Motivi familiari, vecchie questioni che apparivano sempre insormontabili. Forse perché la soluzione non si vedeva mai. O forse perché si riaccendevano sempre, magari su un singolo particolare, su un nuovo accadimento, su una vicenda che si ripresentava al momento meno opportuno. Insomma, a scatenare il litigio tra padre e figlio, in una casa lungo la provinciale per Esperia, vicino al cimitero è stato un motivo "conosciuto", più e più volte affrontato. L'epilogo, invece, ha devastato una comunità e l'ha gettata nel dolore.

Quattro colpi all'addome di quell'uomo, 68 anni, che aveva perso la moglie anni fa e con il suo lavoro in Fca (ora era in pensione) aveva tirato su i suoi due figli maschi. Solo uno viveva con lui, però, Mario. Lui stesso ha composto il numero dl 118 dando l'allarme. Il resto è ricostruzione dei carabinieri con quel corpo trovato esanime a terra, quel sangue, i colpi alla pancia. Rilievi e accertamenti alla presenza del capitano dei Carabinieri Tamara Nicolai e del tenente Vittorio De Lisa, sul posto sin dai primi istanti e fino a notte fonda. Impegnati a non trascurare neppure un particolare della tragedia che si è abbattuta sul piccolo centro. Con loro il magistrato Emanuele De Franco e successivamente il medico legale.

Per Mario, ora trasferito in carcere, pochi tagli e un'accusa di omicidio volontario aggravato. Per tutti una vicenda dolorosa, un pensiero assillante: un padre che non c'è più e un figlio in galera in stato di fermo. 

È stato appena trasferito dall'ospedale in carcere, dove l'attende già il suo avvocato Angelo Pollino e dove oggi sarà sottoposto ad interrogatorio da parte del magistrato De Franco. Un momento cruciale per ricostruire l'efferato fatto di sangue che ha portato alla morte di  Antonio Teoli, di 68 anni, caduto sotto i colpi inferti dal figlio Mario, di 30 anni, anche lui ferito nella lite e portato poi in ospedale in stato di fermo. Una tragedia che si è consumata ieri ad Esperia. Complesse è delicate le indagini affidate agli uomini del capitano Nicolai, della Compagnia di Pontecorvo.

di: CDD

Mario Teoli resta in ospedale. Piantonato ogni istante. Ancora in stato di fermo per omicidio. Vari i tagli sul suo corpo. Ferite non profonde ma comunque importanti. Mario Teoli, 30 anni il prossimo 22 novembre, ha ucciso il padre, pensionato Fca di 68 anni, al termine di una violenta lite. Colpi all'addome - quattro o cinque - con un fendente sferrato con un coltello oppure con un pezzo di vetro, sarà il medico legale a stabilirlo.

Quel che è certo è il decesso sul posto, in quella casa di famiglia dove altre volte avevano discusso. Rapporti difficili ma che mai avrebbero fatto pensare a questo epilogo: la gente di Esperia (molti erano radunati su quella provinciale buia e improvvisamente illuminata dalla "cronaca") continua a ripeterlo. Discussioni sì ma mai avrebbero immaginato di vedere Antonio uscire cadavere da quella casa. Choc e attesa. Per le decisioni del magistrato sulla posizione del figlio, per ulteriori accertamenti capaci di ricostruire quei minuti fatali. 

di: Katia Valente

Una violenta lite in famiglia si è trasformata in tragedia a Esperia. Erano da poco passate le 23 di ieri quando una discussione tra padre a figlio è degenerata in una furiosa lite. Forse una colluttazione, poi le coltellate, tante, reciproche, e il padre, Antonio Teoli, di sessantotto anni, non ce l'ha fatta. È rimasto a terra, ucciso da quatto fendenti che il figlio gli ha sferrato senza pietà, trovato dai sanitari del 118 e dai carabinieri in un lago di sangue. 

A chiamare i carabinieri sarebbe stato proprio il figlio, Mario Teoli, 30 anni da compiere il prossimo 22 novembre, che in un primo momento sembrava essersi barricato in casa. Sul posto sono arrivati i militari della Compagnia di Pontecorvo guidati dal capitano Tamara Nicolai e dal tenente Vittorio De Lisa e il personale sanitario del 118.

Quattro, come detto, i fendenti inferti all'addome dell'uomo (alcuni colpi pare abbiano raggiunto la vittima anche al cuore e ai polmoni). Per il pensionato, ex dipendente Fca, purtroppo non c'è stato niente da fare (da alcune indiscrezioni trapelate nella notte sembrerebbe che durante la lite il 30enne si sia armato anche con alcune grosse schegge di vetro, ma il particolare è da confermare). 
Il figlio Mario, che ha riportato lievi ferite, è stato invece trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino in stato di fermo. Sarà il magistrato, il dottor Emanuele De Franco, a valutare la sua posizione. L'accusa potrebbe essere quella di omicidio volontario, da stabilire la natura del reato.
Intanto, i militari stanno cercando di ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto nella villetta che si trova poco distante dal cimitero lungo la strada provinciale che conduce ad Esperia. La lite potrebbe essere nata già nella serata per poi sfociare in un diverbio e poi nel sanguinoso epilogo dopo le 23.

Una famiglia distrutta in pochi attimi
Nella zona ci sono diverse abitazioni e l'arrivo delle pattuglie dei carabinieri, le sirene delle ambulanze e del camion dei vigili del fuoco con le cellule fotoelettriche necessarie a squarciare il buio della notte e della zona, hanno generato il panico in un'afosa notte d'agosto. Tante le persone per strada, sconvolte per l'accaduto. Forse tra i due non c'era un buon rapporto, vivevano soli da quando la mamma non c'era più. Probabilmente un diverbio o una parola di troppo è stata la miccia che ha fatto scattare la loro ultima, violenta, mortale lite.

di: Paola E. Polidoro

E' Antonio Teoli, 68 anni di Badia di Esperia, l'uomo ucciso intorno alle 23.30 di ieri dal figlio al termine di una violenta lite familiare sui cui motivi stanno indagando i carabinieri della compagnia di Pontecorvo agli ordini del capitano Tamara Nicolai e quelli della Compagnia di Cassino con il tenente Vittorio De Lisa. Il figlio, di 30 anni, ha sferrato quattro colpi di coltello contro il genitore lasciandolo a terra privo di vita. Morto sul colpo, sotto la furia selvaggia che ha armato la mano del figlio portandolo ad uccidere il genitore. Una tragedia immane e imprevedibile, avvenuta nel piccolo centro montano del Cassinate, lungo la provinciale che collega il paese alla Cassino-Formia.

Subito dopo aver ucciso il padre, il ragazzo, anch'egli ferito dal genitore che a sua volta si è difeso con un altro coltello colpendo più volte il figlio, si è barricato in casa nel disperato tentativo di sfuggire ai carabinieri immediatamente giunti sul posto allertati dagli altri familiari. Un gesto disperato che è però durato pochi  minuti. Poco dopo la mezzanotte, infatti, i carabinieri sono entrati nell'abitazione ed hanno bloccato il 30enne (del quale finora non sono state rese note le generalità) sottoponendolo a stato di fermo giudiziario, in attesa delle decisioni del magistrato Emanuele De Franco della procura di Cassino, anch'egli giunto sul posto. Subito dopo l'uomo è stato trasferito in ambulanza, scortata dai militari, presso l'ospedale "Santa Scolastica" di Cassino per le ferite riportate nella violenta colluttazione avuta con il padre. Qui è guardato a vista dai carabinieri. 

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di: La Redazione

Tragedia in famiglia. Una lite furibonda poco fa che è degenerata in un bagno di sangue. Ad armeggiare, pare coltelli, sarebbero stati padre e figlio in una abitazione di Badia di Esperia. Morto il padre, ferito seriamente il figlio trasportato in ospedale. Sul posto i carabinieri. Questi i primissimi particolari sull'efferato omicidio. 

SEGUONO AGGIORNAMENTI

di: K.V.