Un "curriculum" criminale che non lascia spazio all'immaginazione quello di Harmony Godsent. Arrivato in Italia nel 2016, è finito nei guai diverse volte. Una prima condanna a quattro anni di reclusione, più mille euro di multa, l'ha presa per reati legati allo spaccio di stupefacenti commessi a maggio del 2017 a Roma, dove è stato arrestato per droga insieme ad altre due persone. Anche in quel caso è stato rimesso in libertà subito dopo la condanna. Il 31 dicembre era finito nuovamente nei guai, questa volta per interruzione di pubblico servizio: trovato sprovvisto di biglietto sulla tratta Roma-Palestrina, aveva dato in escandescenza.

Pure l'inizio dell'anno è partito con cattivi propositi. Il 20 gennaio è finito in manette a Napoli, sempre per violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Era stato fermato in stazione perché, dopo essere stato trovato privo di biglietto sul treno, ha aggredito gli agenti della Polfer. Convalidato l'arresto, è stato condannato a otto mesi di reclusione e rimesso in libertà. Ed ancora un'altra denuncia da parte della Polfer per violenza e interruzione di servizio per aver aggredito il capotreno a Cassino, sempre perché trovato privo di biglietto.

Il 23 maggio di quest'anno l'episodio a Frosinone, quando ha aggredito i carabinieri intervenuti alle Poste di via Fosse Ardeatine. Arrestato e rimesso in libertà. Pochi giorni dopo è stato addirittura arrestato a Roma per "rapina aggravata" venendo ancora una volta rimesso in libertà. Venerdì rintracciato a Ceccano, senza fissa dimora, è stato accompagnato nel Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio a Potenza. Harmony Godsent è arrivato in Italia nel 2016, in Ciociaria l'anno successivo, ospitato in un centro gestito dalla cooperativa "Insieme" di San Giovanni Incarico. Pochi mesi dopo è andato via. Non si è presentato nemmeno davanti alla commissione prefettizia per il riconoscimento dello status di rifugiato politico. È risultato domiciliato a Veroli, nella casa parrocchiale di San Giuseppe Le Prata. In poco più di un anno in Italia ha accumulato due pagine di fedina penale tra condanne e denunce.

Lo hanno accompagnato al Centro di permanenza per i rimpatri di palazzo San Gervasio a Potenza: da lì verrà espulso in maniera definitiva. Dove sia stato in questi due mesi, dopo aver aggredito i carabinieri, e nonostante il lungo "curriculum" criminale, non si è mai saputo, ma venerdì scorso Harmony Godsent, 20 anni nigeriano, è stato rintracciato dai militari a Ceccano e per lui è stata avanzata la proposta per il rimpatrio. Ottenuta la disponibilità da parte della struttura di Potenza, dopo tutte le pratiche del caso, verrà allontanato dal nostro territorio per tornare nel suo paese d'origine, la Nigeria.

Il giovane è stato fermato dai militari della stazione fabraterna, nell'ambito di un servizio predisposto per il controllo del territorio.
Quanto accaduto il 23 maggio scorso all'ufficio postale di via Fosse Ardeatine, a Frosinone, aveva suscitato, inevitabilmente, la reazione di sdegno di tantissime persone. Il giovane aggressore era tornato libero di andarsene in giro, nonostante avesse messo le mani addosso a tre carabinieri, nonostante una lunga lista di precedenti, nonostante abbia cercato di colpirli con una spranga di ferro, un cartello della segnaletica stradale scardinato con forza dal nigeriano. I carabinieri (tutti coordinati dal colonnello Fabio Cagnazzo) si sono salvati soltanto grazie al tempestivo intervento di un'altra pattuglia. "Acciuffato", in viale Marconi, per il nigeriano erano scattate le manette. Ma il giorno successivo era tornato già in libertà. A innescare la rabbia nel giovane richiedente asilo era stata l'impossibilità di ritirare contanti dalla postepay. I soldi non li aveva più sul conto. Era sotto di cinque euro. Non gli venivano più accreditati perché non più assegnato a una cooperativa, dopo un allontanamento volontario ed essere diventato senza fissa dimora.

Convalidato l'arresto, era stato condannato a due anni e sei mesi. Ma a piede libero. E non si sapeva dove fosse finito e neanche se avesse lasciato la Ciociaria. Pochi giorni dopo è stato addirittura arrestato a Roma per "rapina aggravata" venendo ancora una volta rimesso in libertà dal giudice capitolino.
L'altro ieri è stato rintracciato a Ceccano e proposto per il rimpatrio. Questa volta è stato accompagnato al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Palazzo San Gervasio di Potenza, per la successiva definitiva espulsione.

di: Nicoletta Fini