Si continuano ad ascoltare persone che potrebbero fornire elementi utili a ricostruire cosa sia accaduto domenica scorsa tra Patrica e Giuliano di Roma, i due territori in cui Michele Liburdi, 54 anni, avrebbe trascorso le ultime ore di vita prima del decesso dopo l'ora di pranzo, colto da malore. Oggi verrà conferito l'incarico alla dottoressa Vincenza Liviero per l'autopsia disposta per domani pomeriggio. All'esame autoptico saranno presenti anche i consulenti di parte nominati dalla famiglia Liburdi e dal ventitreenne di Frosinone, M. V., che sarebbe coinvolto nella violenta discussione proprio con Liburdi, avvenuta intorno a mezzogiorno di domenica nei pressi di un bar sulla Monti Lepini, a Patrica. Il giovane frusinate è indagato per omicidio preterintenzionale e tentata estorsione.

Lunedì mattina si è presentato spontaneamente prima in procura e poi in questura per l'identificazione e per raccontare agli investigatori di aver discusso con Liburdi e che il colpo sferratogli non sarebbe stato così forte e che il giulianese, quando è andato via da Patrica, stava bene. Gli agenti della squadra mobile hanno depositato una copiosa informativa nelle mani della dottoressa Barbara Trotta, titolare delle indagini preliminari. Anche ieri sono state ascoltate alcune persone, sulle cui dichiarazioni vige il massimo riserbo degli inquirenti. Le indagini proseguono a 360 gradi anche per capire il movente della discussione.

Si è parlato di un debito di 2.000 euro e per il quale i familiari della vittima, attraverso il loro avvocato Marco Maietta, hanno voluto precisare che «il loro congiunto non aveva alcun debito insoluto con qualsivoglia persona. Gli stessi ritengono doveroso e necessario attendere rispettosamente gli sviluppi del lavoro di inquirenti e tecnici incaricati, nonché gli esiti degli accertamenti irripetibili già disposti dal magistrato, che consentiranno di chiarire con la certezza dovuta lo svolgimento dei fatti». Sarà, dunque l'autopsia a fugare i dubbi sulle cause della morte di Liburdi. Il cinquantaquattrenne aveva accusato forti dolori ed è deceduto per arresto cardiocircolatorio. Sul suo corpo, però, i medici avrebbero trovato escoriazioni e diversi ematomi. Non è ancora chiaro neanche quanto sarebbe accaduto prima dell'incontro a Patrica, nell'abitazione di un familiare della vittima, se ci sia stata una discussione tra il ventitreenne o altri, con alcuni parenti di Liburdi. Su questo il muro di riserbo è impenetrabile.