A questo punto le sue condizioni sono giudicate "irreversibili": svanite quindi del tutto le speranze che Sergio Marchionne possa farcela a superare le inattese complicazioni sopraggiunte nella convalescenza successiva ad un banale intervento chirurgico alla spalla destra. Anche se voci non confermate parlano di una malattia oncologica ben più grave.

L'ex Ad di Fca è sempre in Terapia Intensiva, nella clinica svizzera di Rämistrasse, vicino Zurigo, dove è entrato lo scorso 27 giugno, ma il suo quadro clinico si aggrava di minuto in minuto. Al capezzale di Sergio Marchionne c'è tutta la sua famiglia. Anche se nessuno ha visto arrivare la sua compagna Manuela Battezzato e i loro due figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler. Protetti nella loro comprensibile ansia dal personale della clinica che non hanno neppure confermato il suo ricovero. 

Ansia e dolore che rimbalza anche in Ciociaria, nel Cassinate in particolare, che proprio grazie a Marchionne ha visto rinascere lo stabilimento di Piedimonte sul quale l'ex ad ha voluto puntare forte per realizzare il grande progetto Alfa. Un sogno regalato ad un intero territorio che è così rinato e che adesso guarda con trepidazione e immenso dispiacere alla clinica universitaria svizzera, nella speranza, ridotta ormai a meno di un lumicino, che possa verificarsi un miracolo. Come quello di Cassino e Piedimonte, come quello di Giulia, Stelvio e di tutta la gamma Alfa Romeo.

Tra la laurea ad honorem dell'Università di Cassino e l'ultimo volo in elicottero a Piedimonte c'è di mezzo il... mondo. Esattamente il pianeta messo al centro dell'universo produttivo di un uomo chiamato Sergio Marchionne.

Italo-canadese, formazione eccellente e maglioncino blu dipingono una figura quasi mitologica che ha sempre alzato l'asticella delle sfide e che ha risollevato una fabbrica decadente, qual era quella di Piedimonte, per metterla al centro di investimenti stratosferici e di modelli che viaggiano dal porto di Civitavecchia in direzione "America" per una seconda conquista. Tutta squisitamente economica. E per farlo non ha preso alcuna aereo, è salito a bordo di un sogno: la rinascita del marchio Alfa. Lo ha "brevettato" nella sua testa, poi ha messo le migliori intelligenze intorno al progetto e ha fatto risorgere l'amato modello. Ma Marchionne ha osato di più. E in una terra desolata e sempre in cerca di vocazione, come quella cassinate, laddove lo stabilimento pativa continui ammortizzatori sociali, è tornato - anche di persona - a investire. La fabbrica si è ritrovata al centro della sfida planetaria con quel primo modello, la Giulia, che ha fatto sognare. Poi Stelvio e ora, all'orizzonte, altri due modelli. Non ci saranno state le 1.800 assunzioni annunciate nel novembre del 2016 a Cassino ma centinaia di giovani lavorano al posto di quei padri che abitano il territorio. E altri entreranno. Ora, dopo 14 anni, lascia la guida ma il sogno Alfa corre veloce.

di: Katia Valente

Un intero territorio in apprensione. La fine dell'era Marchionne e le condizioni "peggiorate", ormai disperate, dell'ad che ha fatto rinascere lo stabilimento di Piedimonte hanno gettato nella tristezza i cassinati. La terra martire è stata valorizzata e rimessa in pista grazie alla volontà del manager di puntare sul marchio Alfa e sulla produzione a Cassino. L'improvvisa consapevolezza di uno stato di salute difficile e poi l'annuncio della convocazione del Cda di Fca con la nomina del nuovo Ad sono state amare sorprese.

Particolari le parole di Elkann che, nella tarda serata di ieri, ha dato aggiornamenti sullo stato di salute e ripercorso questi anni insieme: "Sono profondamente addolorato per le condizioni di Sergio. Si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia. Il mio primo pensiero va a Sergio e alla sua famiglia
Quello che mi ha colpito di Sergio fin dall'inizio, quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per il Gruppo, più ancora delle sue capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, furono le sue qualità umane, la sua generosità e il suo modo di capire le persone. 

Negli ultimi 14 anni, abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili, sia dal punto di vista personale che professionale. Per tanti Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile. 
Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico. Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano. 

Ci ha insegnato che l'unica domanda che vale davvero la pena farsi, alla fine di ogni giornata, è se siamo stati in grado di cambiare qualcosa in meglio, se siamo stati capaci di fare una differenza. E Sergio ha sempre fatto la differenza, dovunque si sia trovato a lavorare e nella vita di così tante persone. 

Oggi, quella differenza continua a farla la cultura che ha introdotto in tutte le aziende che ha gestito e ne è diventata parte integrante. Le transizioni che abbiamo appena annunciato, anche se dal punto di vista personale non saranno prive di dolore, ci permettono di garantire alle nostre aziende la massima continuità possibile e preservarne la cultura. Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni. Chiedo a tutti di comprendere l'attuale situazione, rispettando la privacy di Sergio e delle persone che gli sono più vicine.

di: Katia Valente