Parenti, esponenti politici e semplici cittadini si sono stretti ieri pomeriggio attorno alla famiglia di Anna Maria Ascenzi, la sessantatreenne morta giovedì mattina al Pat di via San Nicola per uno shock anafilattico dovuto a una puntura di calabrone.

La cerimonia funebre si è svolta in una gremitissima chiesa di San Giovanni. Impossibile trovare posto all'interno, per cui in molti hanno aspettato fuori dalla chiesa, in piazza Dante, per avere la possibilità di dare l'ultimo saluto alla signora Anna Maria.
Anna Maria Ascenzi,da sempre impegnata nel sociale e in politica, stava curando il giardino di casa quando è stata punta da un calabrone e si è sentita male.  Suo marito, l'ex consigliere comunale Mario Di Giulio, l'ha prima soccorsa e poi accompagnata in auto all'ex ospedale di Anagni, dove da domenica scorsa l'ambulatorio Pat ha sostituito il punto di primo intervento.
Qui, nonostante le cure dei medici e degli infermieri presenti, è morta poco dopo.

In città l'episodio ha scosso le coscienze e già poche ore dopo la tragedia un gruppo di cittadini ha convocato una manifestazione spontanea per invocare la riapertura del pronto soccorso o quanto meno del punto di primo intervento.  La tragica vicenda ha prodotto subito la nascita del comitato "Adesso basta", istituito da alcuni cittadini come «movimento parallelo alla politica locale, provinciale e regionale», si legge nel comunicato diramato dopo la morte di Anna Maria. Da ieri, appena terminato il funerale, il comitato "Adesso basta" è in presidio permanente davanti al Pat. Mentre la politica locale annuncia battaglia per riavere un servizio di primo soccorso, le polemiche sembrano destinate a non placarsi e anzi ad aumentare nei prossimi giorni, vista anche la volontà dei comitati civici e di molti cittadini di mobilitarsi. Intanto la famiglia Di Giulio mantiene il più stretto riserbo riguardo a eventuali azioni legali.