Nessuno lo dice chiaramente, non è ancora ufficiale. Ma tutti sanno che la centrale operativa del 118 finirà presto a Latina. Indietro sull'accorpamento delle due sedi non si torna. Frosinone però potrà consolarsi. Ne avrà un'altra, almeno nei piani della Regione. «Altro che contentino! Chi lo definisce così non sa di cosa parla!», sbotta l'assessore alla sanità Alessio D'Amato. «Sarà una cosa molto più grande e importante». Proprio così: Frosinone potrebbe ospitare la centrale operativa del numero unico nazionale per le emergenze, il 112, che presto sostituirà in tutta Italia gli attuali numeri di soccorso: quelli di carabinieri, polizia, vigili del fuoco e anche del 118. Questo è quanto la Regione proporrà ai ministeri e agli enti pubblici coinvolti nell'operazione 112 (sul modello statunitense del 991). Il Lazio ne avrà due in tutto. Una è già operativa da un paio d'anni a Roma. L'altra, appunto, potrebbe essere attivata a Frosinone o comunque in provincia. «Questo è il nostro obiettivo conferma D'Amato Il numero unico attivo a Roma gestisce un bacino di tre milioni di abitanti e 1,4 milioni di chiamate.

Bisogna stabilire dove ubicare la seconda centrale: noi candideremo Frosinone. Proporremo alle altre istituzioni coinvolte questa soluzione, considerando che la Ciociaria ha una popolazione numerosa e che è percorsa dall'autostrada». Sui tempi dell'operazione non v'è certezza, passeranno comunque diversi mesi. Perciò l'esordio della centrale frusinate del numero unico nazionale 112 potrebbe avvenire all'inizio del prossimo anno. Intanto, sul previsto accorpamento delle centrali operative del 118 di Frosinone e Latina continuano a piovere strali da ogni parte. Ma l'assessore D'Amato non si scompone.
E risponde a tono. Tutti contrari, dai parlamentari locali agli ordini dei medici e degli infermieri, dai sindacati agli stessi operatori. Si va avanti ugualmente con l'accorpamento?

«Cominciamo col dire che è in corso il potenziamento informatico dell'intera rete regionale del 118, a partire dall'attuale sistema operativo che è obsoleto. I lavori sono a buon punto e presto passeremo al nuovo sistema, con una tecnologia aggiornata e di più facile utilizzo per gli operatori. Ecco perché le preoccupazioni che colgo non sono giustificate».
Nessun depotenziamento? «Una follia solo pensarlo. Anzi, lavoriamo per migliorare la rete delle postazioni in questa provincia. Oggi ce ne sono diciassette, con ventisette mezzi. L'anno scorso i soccorsi effettuati sono stati più di ventottomila.
Abbiamo chiesto all'Ares una verifica per capire se le postazioni possono essere ulteriormente implementate.
Attendiamo la risposta. Se l'Ares dice sì, per noi si può fare».

Tornando alla centrale unica 118, l'obiezione più ricorrente è che chi risponderà alle chiamate da Latina non conosce il territorio ciociaro e questo potrebbe ritardare il soccorso. Che risponde?
«Gli operatori frusinati hanno acquisito competenze sulla cartografia del loro territorio che sono a disposizione dell'i ntera squadra. Ci sarà un periodo di passaggio, uno scambio di conoscenza e d'informazioni tra i colleghi».

Conferma quanto ha assicurato ai sindacati il dg dell'Ares Maria Paola Corradi: solo trasferimenti volontari nella nuova centrale unica?
«Confermo: chi vuole potrà trasferirsi, per gli altri ci saranno soluzioni alternative».

Quali?
«Tornare a lavorare sui mezzi di soccorso oppure passare alla futura centrale del 112»