Intascavano i soldi delle polizze ma non li versavano alle compagnie assicurative. Così centinaia di ignari automobilisti, credendo di essere in regola, si sono messi al volante senza alcuna copertura. Anzi molti, con grande probabilità, lo stanno facendo proprio in questo momento. Il colossale raggiro in cui sembrerebbero essere incappati ignari utenti cassinati, pontecorvesi, sorani e frusinati è stato scoperto dai carabinieri della Compagnia di Pontecorvo che ieri hanno sequestrato decine e decine di copie di contratti assicurativioltre a documenti di identità, uno scanner multifunzione, stampanti a colori e due pc portatili di due dei tre indagati: saranno proprio i supporti informatici a svelare qualche dettaglioinpiù sulla mole di possibili vittime da mettere in guardia. E sulle compagnie assicurative che, secondo quanto accertato dai militari del Norm del Compagnia di Pontecorvo coodinata dal capitano Tamara Nicolai potrebbero a questo punto a loro volta essere state truffate. Nei guai sono finiti moglie e marito (di 45 e 41 anni) e un amico di famiglia di 45 anni.
Tutti di Pontecorvo. I due uomini, inoltre, erano già noti alle forze dell'ordine: il primo per reati contro la fede pubblica, l'altro per reati in materia di stupefacenti.

L'indagine
A consentire ai carabinieri di mettere le mani su una truffa che si annuncia almeno in base al quadro fornito dai primi elementi raccolti dall'Arma come una delle più importanti degli ultimi tempi nel Basso Lazio è stato uno dei costanti controlli del territorio predisposti dal Comando provinciale. Durante un posto di blocco, infatti, uno dei carabinieri ha rilevato che l'auto fermata non era più coperta da assicurazione da diversi mesi. L'insistenza del conducente, che continuava a spiegare di aver personalmente consegnato all'agente assicurativo i soldi per la copertura della polizza, hanno ingenerato un dubbio importante. Così i carabinieri hanno avviato mirate indagini per andare a fondo e fare chiarezza nella strana questione.
E hanno fatto bingo.

Il modus operandi
I coniugi e l'amico di famiglia, in qualità di subagenti assicurativi, avrebbero emesso una valanga di false polizze assicurative nei confronti di altrettanti ignari cittadini, intascandone il corrispettivo del pagamento e lasciandoli privi di copertura. Il modus operandi riscontrato dall'Arma era, dunque, piuttosto "semplice": «la donna, già dipendente di una subagenzia, alla scadenza della polizza assicurativa dei vecchi clienti, nel caso volessero rinnovare il contratto con la stessa agenzia di assicurazione, provvedeva, insieme ai soci, a stampare un certificato assicurativo quasi identico a quello originale, così da allontanare qualsiasi sospetto che potesse trattarsi di un atto falso. Alla consegna dei certificati, il subagente si faceva consegnare l'importo in contanti che intascava personalmente» hanno spiegato i carabinieri. Ora occorrerà ricostruire quante persone siano state truffate. L'indagine è soltanto all'inizio.