La scomparsa di Marina Arduini rischia di rimanere un giallo irrisolto. Ieri, infatti, davanti al gip Ida Logoluso è stata discussa l'opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti dell'im prenditore di Alatri A.C., 57 anni, indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Con lui è indagata anche una donna, per favoreggiamento. Al termine dell'udienza il giudice si è riservato una decisione. Da una parte l'avvocato della famiglia Arduini, Gennaro Gadaleta che ha insistito sulle richieste già fatte anovembre nellaprecedente opposizione. Ovvero che si prosegua nellaricerca trai cadaverinon identificati sulla falsariga del lavoro già fatto dal consulente incaricato dal procuratore Giuseppe De Falco. Inoltre ha chiesto che venga risentita «su alcune specifiche domande», come puntualizza il legale, come persona informata sui fatti, la dipendente di una società romana per la quale Marina Arduini teneva la contabilità. Dal canto suo, l'avvocato Giampiero Vellucci, difensore dell'imprenditore, ha insistito sul fatto che gli ulteriori accertamenti non hanno prodotto un miglioramento dell'impostazione accusatoria. E che, comunque, le altre attività, dalle verifiche sui cadaveri non identificati all'ascolto di altre persone non hanno alcuna incidenza sulla posizione dell'indagato. Il quale, dal canto suo, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.

Il 19 febbraio 2007 Marina esce per l'ultima volta di casa. Da allora è mistero fitto. Più volte, negli anni, le indagini sono state aperte e chiuse. Varie le ipotesi fatte, ma nessuna ha portato a un risultato tangibile. La famiglia Arduini non si è mai arresa e più volte ha chiesto la riapertura del caso anche quando la prima indagine all'epo ca della sparizione non aveva portatoa nulla. Circa tre anni fa, però, grazie ai nuovi impulsi dati dal procuratore De Falco qualche spiraglio si era aperto. Stando a quanto emerso il giorno della sparizione La commercialista sarebbe dovuta andare inquestura a denunciare una truffa della quale era rimasta vittima. Qualcuno, spaciandosi per lei, aveva acceso un finanziamento da tredicimila euro per l'acquisto di sanitari e piastrelle. Marina l'aveva scoperto quando, a casa, le era arrivato l'avviso per il pagamento della prima rata di 288 euro. Ma è anche da questa pista non è emerso ancora nulla di concreto.