Condannato per tentato omicidio a sette anni e mezzo e a pagare tutte le spese processuali. Questo ha deciso ieri pomeriggio il collegio del tribunale di Cassino composto dalle dottoresse Tavolieri e Tamburro e presieduto dalla dottoressa Perna, riguardo all'aggressione perpetrata da Fakhri Marouane ai danni del fratello del cognato.
Era il 18 agosto quando poco distante dalla cascata grande di Isola del Liri, città dove vivevano entrambi gli uomini, è scoppiata una furibonda lite fra i due. L'aggressione si verificò nel primo pomeriggio, intorno alle 14.30, nella centralissima piazza De' Boncompagni. Una delle giornate più calde della scorsa estate e a quell'ora la piazza era vuota. Il ventiquattrenne e il fratello di suo cognato, ebbero una discussione che poi degenerò. Marouane colpì il giovane all'addome, al braccio e al volto con una mannaia. L'aggressore scappò a piedi, ma in breve tempo fu trovato e fermato dai carabinieri. Poco dopo venne ritrovata anche l'arma utilizzata nell'aggressione. La vittima fu soccorsa dai sanitari del 118 e trasportato al policlinico Gemelli, riuscì a salvarsi ma i segni dei colpi di mannaia sul volto e su una mano resteranno indelebili.
A supporto della tesi del difensore della vittima, l'avvocato Gabriele Leone, le immagini delle videocamere che si trovano nell'area e che mostrano in maniera inequivocabile tutta l'azione compiuta da Marouane, l'inseguimento con l'arma, i colpi inflitti all'altro giovane e il momento dell'arrivo di una vettura che "distrasse" l'aggressore costringendolo a fermarsi.
Quel pomeriggio di sangue è rimasto impresso nella memoria dei cittadini. La causa di tale impeto sarebbe da ricollegare a un vecchio rancore mai sedato di cui però la vittima non ne conosce la genesi. Inoltre è risultata evidente anche la premeditazione di tale aggressione. A meno di un anno dai fatti è arrivata la parola fine alla questione e finalmente la vittima potrà pensare di ricominciare a vivere. Quei terribili momenti dell'aggressione sono sembrati interminabili, così come i giorni e le settimane successive in cui la vittima ha dovuto fare i conti con le ferite fisiche e morali. Solo per qualche centimetro infatti Marouane non ha reciso un'importante arteria al fratello del cognato, un colpo che lo avrebbe portato a morte certa.
Soddisfatto il legale della giovane vittima, l'avvocato Gabriele Leone. All'epoca della brutale aggressione la vittima, lavorava come meccanico in un'officina di via Roma. È padre di un bimbo di due anni.