Sale a sei il numero degli indagati nell'inchiesta sulle schede segnate da simboli geometrici. Il dottor Ettore Urbano, candidato sindaco in quelle amministrative del giugno 2017 che due inchieste hanno fatto aprire, risulta iscritto a garanzia per il reato di violazione delle norme che regolano la legge elettorale secondo quanto prevede il comma 2, art.
90 del Dpr 570 del 1960. Due volte ascoltato a sommarie informazioni da parte degli inquirenti poi, nel finesettimana, la notifica dell'iscrizione per Urbano, 63 anni, primario del Pronto Soccorso, attuale capogruppo di minoranza in assise ma, tra le altre cariche, anche ex consigliere ed assessore provinciale ed ex consigliere regionale. La squadra informativa del Commissariato di Cassino (guidato dal dottor Mascia), che indaga speditamente sul caso, su delega del sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi, ha anche provveduto al sequestro del telefonino. Prima di lui altricinque indagati.

La notifica "numero uno" arrivò al funzionario del Comune di Piedimonte. Era il 18 aprile quando, intorno alle 10.15 due auto della polizia parcheggiarono davanti al municipio. Entrarono uomini in divisa e in borghese, salirono al primo piano e si diressero all'uffi cio elettorale. Uscirono pochi istanti prima delle 12 con il sequestro di diverse matite, quelle indelebili del ministero dell'Interno, utilizzate negli anni ai seggi. In quella occasione, la notizia di una iscrizione nel registro in base sempre all'articolo 90 Dpr 570 del 1960 -per ilfunzionario di61 anni, che ha, più volte, rimarcato la sua estraneità.
Poco più tardi, altri due indagati: i rappresentati di lista di "Azione Comune" per Urbano sindaco, anche loro iscritti a garanzia per il medesimo reato. A fine maggio fu la volta di una donna, moglie di uno dei rappresentanti di lista di Azione Comune. A lei la contestazione di false dichiarazioni al Pm. La stessa venne attribuita a fine giugno anche all'indagato "numero 5", un consigliere comunale della lista Azione Comune.

Ieri la notizia ha toccato da vicino il dottor Urbano protagonista, anche con il ricorso al Consiglio di Stato, proprio di azioni rivolte a fare piena luce su quei triangoli, cerchi e quadrati comparsi per 59 volte nel simbolo della lista "Piedimone Ora".
E disposto a dimostrare la sua estraneità. «Esprimo profondo rammarico ha scritto in una nota per il mio Cassinate coinvolgimento, seppure per effetto di un "momento di garanzia previsto in favore dell'indagato", nelle indagini relative ad ipotizzate "manomissioni" di alcune schede elettorali nelle ultime elezioni comunali di Piedimonte San Germano. Il rammarico deriva dalla circostanza che sono e dimostrerò di essere estraneo ai fatti sin qui ipotizzati, che mi addolorano profondamente e nuociono alla serenità mia e della mia famiglia. Ciò nonostante, da uomo delle istituzioni, nutro profonda fiducia nell'operato della autorità inquirente: pertanto, non mi sottrarrò a nessun tipo di verifica e accertamento. Mi sento, altresì, di rassicurare i1918 cittadinielettori di Piedimonte che liberamente hanno deciso di votarmi come candidato a sindaco della mia correttezza, della correttezza dei candidati che mihanno sostenuto e di tutti i nostri sostenitori».

Le indagini e gli sviluppi
Tante le persone ascoltate finora, diversi i punti cardine dell'inchiesta. Dapprima le verifiche da parte del Commissariato sulle buste contenenti le schede: sarebbe emersa la possibilità di apertura e chiusura delle stesse, garantendo la coincidenza delle firme apposte a chiusura seggio. Poi le risultanze della perizia calligrafica: si sarebbe appurato che 53 delle 59 preferenze che recano segni geometrici risulterebbero apposti dalla stessa mano. Resta da capire il motivo. E l'autore.