Quattro costole fratturate con la rottura della milza. Quindi l'emorragia fatale. È stata uccisa a botte, lo scorso agosto, la frusinate Gloria Pompili, 23 anni. Ora tre persone saranno chiamate a difendersi davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Latina. Dopo che le accuse sono state messe nero su bianco dalla procura che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, ora è arrivata la fissazione dell'udienza preliminare.

Gli accusati
Se rinviare a giudizio la cugina di Gloria, Loide Del Prete,39 anni, di Frosinone e il compagno Mohamed Mohamed Elesh Salem Saad, 23, egiziano, nonché il fratello di questi e marito della Pompili, Mohamed Mohamed Mohamed Hady Saad, 29 lo deciderà il giudice Giuseppe Cario nell'udienza preliminare del 25 settembre.
Va precisato che solo a Del Prete e Saad viene contestata la morte di Gloria (nella specie i maltrattamenti aggravati dal decesso), il 23 agosto 2017 su una piazzola di sosta di Prossedi, nel tragitto da Nettuno al capoluogo ciociaro. I due, in base alla ricostruzione dei carabinieri di Latina, che hanno condotto le indagini, avrebbero aggredito Gloria provocandole ecchimosi alla testa, la frattura di quattro costole, dall'ottava all'undicesima con lesione del lobo inferiore del polmone sinistro con emotorace e la rottura, per lesioni multiple, della milza con emorragia del diaframma. I soccorsi erano stati chiamati quando ormai per Gloria era troppo tardi. Il che, agli investigatori dell'Arma, era apparso subito sospetto. Il reato contestato è maltrattamenti in famiglia con l'aggravante di aver provocato la morte di Gloria e di aver commesso il fatto alla presenza dei figli minori della stessa.

Una donna indifesa
Il tutto per «aver agito con crudeltà, avendo infierito su una donna esile e già provata da un pestaggio che aveva subito la mattina dello stesso giorno in cui è deceduta, di aver approfittato di circostanza di tempo, di luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa (essendo stata l'ultima aggressione commessa alle ore 22 circa in una zona isolata)».

Vittime anche i bimbi
L'accusa contestata alla cugina di Gloria e ai fratelli Saad, uno dei quali marito della vittima, i maltrattamenti in famiglia ai danni della Pompili e dei suoi due figli. L'episodio più grave contestato ai tre è del 14 ottobre 2016 quando, secondo le accuse raccolte dai pubblici ministeri Carlo Lasperanza e Luigia Spinelli, i bambini finirono all'ospedale. In più occasioni i ragazzini, in casa, sarebbero stati appesi alla ringhiera del balcone dopo esser stati collocati all'interno di una cassetta di plastica legati alla richiesta con il filo dell'antenna.
Stando alla ricostruzione della procura di Latina, Gloria sarebbe stata sottoposta a vessazioni, quali il divieto d'uso del cellulare per impedirle contatti con altre persone estranee al gruppo, aggredita fisicamente in casa e all'aperto anche con l'uso di bastoni. A tutti e tre gli indagati, difesi dagli avvocati Fabrizio Cassoni, Firminia De Bonis, Giuseppe Cosimato e Antonio Ceccani, è contestato l'aver favorito e sfruttato la prostituzione di Gloria, nell'abitazione di via Saragat, nella zona dell'asse attrezzato di Frosinone e a Nettuno, appropriandosi del denaro guadagnato con l'aggravante di aver commesso il fatto con violenza, da febbraio 2016 allo scorso 23 agosto. I familiari di Gloria sono assistiti dagli avvocati Stefano Ciapanna, Tony Ceccarelli, Riccardo Masecchia e Giampiero Vellucci