Spara a un collega credendo fosse un ladro, rimessi gli atti al pm. La difesa dell'imprenditore coinvolto nella vicenda, rappresentata dagli avvocati Nicola Ottaviani e Vincenzo Marrone, ha chiesto nuovi accertamenti. E depositato una prova inedita. Dopo la convalida, l'imprenditore accusato di tentato omicidio è tornato in libertà. Ora i nuovi esami potrebbero comprovare un elemento fondamentale: l'uomo avrebbe esploso quel colpo non con intenzionalità ma cadendo accidentalmente.
La questione
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Stazione di Aquino, coordinata dal maresciallo Parrillo agli ordini del capitano Nicolai l'imprenditore finito avrebbe esploso un colpo che si sarebbe poi conficcato nel cruscotto dell'auto di un altro imprenditore, allertato dagli stessi rumori. Entrambi temevano l'incursione di malintenzionati nelle aziende: l'epilogo è stato terribile ma per fortuna senza feriti. Quindi l'arresto e la convalida. Ora le richieste degli avvocati Ottaviani e Marrone hanno tratteggiato altri scenari: oltre a chiedere analisi di natura balistica soffermandosi sulla traiettoria del colpo; sulla distanza dal punto in cui il proiettile si è conficcato nel cruscotto; sull'inclinazione della traiettoria sarà necessario capire se nella traiettoria possa aver avuto un peso il perimetro (fatto di reticolato e siepi) che delimita l'azienda. Non solo. Il magistrato è chiamato anche ad analizzare un elemento mai repertato: mentre gli indumenti indossati dall'imprenditore sono stati sequestrati e sottoposti allo stub, le scarpe no. Eppure, sostengono dalla difesa, in un dettaglio delle calzature vi sarebbe la prova della caduta e della natura accidentale del colpo.