Una pena di otto anni e quattro mesi di reclusione in abbreviato per tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. La sentenza pronunciata ieri per A. I. di Sant'Elia Fiumerapido è stata (di poco) più severa della pena richiesta dal pm, che aveva avanzato una richiesta pari a otto anni. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.

La ricostruzione
In base a quanto ricostruito dai carabinieri della locale Stazione della Compagnia di Cassino, agli ordini del capitano Mastromanno la donna (rappresentata dall'avvocato Carlo Risi) nell'ottobre dello scorso anno venne trovata a terra in casa dal figlio che rincasando vide sua madre priva di sensi. In prima battuta, pensò a una rapina finita male o a una disgrazia. Ma, una volta soccorsa, la vittima raccontò di essere stata aggredita dal marito che avrebbe tentato anche di strangolarla. Lei svenne e il marito sempre secondo la versione della vittima credendola morta fuggì. L'arrivo improvviso del figlio, che stava facendo ritorno a casa, mise in moto la macchina degli inquirenti.
Il cinquantottenne, assistito dall'avvocato Andrea Coletta, ascoltato nelle precedenti udienze, aveva ammesso la discussione e la consequenziale colluttazione con la donna ma negato con forza di averle messo le mani intorno al collo né di essere fuggito: in base alla versione fornita dall'imputato, dopo l'ennesimo violento litigio lui avrebbe raggiunto l'abitazione di un parente, come spesso accadeva. Ma sempre in base alla sua versione quando la signora era ancora del tutto vigile. Ovviamente opposta la tesi sostenuta dalla vittima, che raccontò ai militari della violenta aggressione avvenuta come specificò forse a seguito dell'assunzione di alcol da parte del coniuge. Una colluttazione in cui, dopo il denunciato tentativo di strangolamento, lei cadde a terra. A quel punto l'uomo, credendola morta, si sarebbe allontanato.

La ricostruzione fornita dal racconto della donna, in relazione a quanto avvenne in ottobre all'interno dell'abitazione di Sant'Elia Fiumerapido è molto complessa: in quelle parole l'aggressione e la violenza fino allo strangolamento. Poi l'arrivo del figlio che rincasando l'avrebbe trovata a terra, priva di sensi. Il cinquantottenne resterà in carcere, mentre l'avvocato Coletta che ha sostenuto ben altra tesi per il suo assistito dopo i 90 giorni per le motivazioni, proporrà appello.