Si sarebbe opposto alla terapia e in un momento di forte agitazione avrebbe minacciato e poi aggredito (verbalmente) ospiti e personale della comunità Exodus di Cassino a cui era stato affidato. Per questo è finito in manette. Il diciassettenne in questione era arrivato a Cassino a seguito del suo arresto eseguito dai carabinieri nel 2016, dopo essere stato trovato in possesso di 25 grammi di hashish e di un bilancino di precisione.

Come accertato dai carabinieri della Compagnia di Cassino intervenuti con prontezza, il giovane avrebbe evidenziato insofferenza alle regole della comunità terapeutica, soprattutto in relazione alla cura farmacologica necessaria ad accompagnarlo nel delicato processo di riabilitazione. Dopo l'aggressione ha anche cercato di allontanarsi arbitrariamente senza un giustificato motivo. Per queste ragioni, hanno spiegato i carabinieri, «a seguito di tali violazioni, il gip del Tribunale dei Minorenni di Roma ha ordinato il suo accompagnamento presso un istituto penale minorile per un periodo di 30 giorni, disponendo che, alla scadenza, lo stesso venga nuovamente condotto in una comunità idonea nell'affrontare problematiche psicologiche e tossicologiche». Al termine delle formalità di rito, il minore è stato accompagnato nell'istituto penale minorile di Casal del Marmo di Roma.