Un detenuto prova a togliersi la vita ingerendo alcune lamette, due batterie e del detersivo. Un altro viene salvato in extremis, dopo un tentativo di farla finita per impiccagione. Tre casi in meno di una settimana, quelli registrati dietro le sbarre. In tutti, solo il tempestivo intervento della polizia penitenziaria di Cassino ha evitato il peggio.

Gli ultimi terribili episodi sono avvenuti martedì pomeriggio, a poche ore l'uno dall'altro. A darne notizia ieri è stato Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: «Ancora altissima tensione in carcere a Cassino, dove in poche ore si sono verificati due gravi episodi tra le sbarre che si sono registrati nel reparto isolamento. Solo l'intervento degli agenti ha evitato il peggio. Ormai non abbiamo più parole per descrivere le criticità del carcere di Cassino».
Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha aggiunto: «Quello di Cassino è l'ennesimo grave evento critico che avviene in un carcere del Lazio da parte di un detenuto straniero.
Solo grazie ai poliziotti penitenziari, gli"eroi silenziosi del quotidiano" a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, il numero delle tragedie in carcere è contenuto.
Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie».

«È evidente che con pochi uomini (tra le più basse presenze in Italia) e molti detenuti, a Cassino si fronteggiano situazioni veramente difficili, gestendo detenuti oltremodo problematici senza rinunciare alle numerose attività trattamentali che si svolgono in sede, grazie alla motivazione di tutto il personale sia di polizia che dell'area educativa -ha spiegato il direttore del carcere, Irma Civitareale Soltanto la preparazione di agenti e personale permette di gestire le forti criticità».