Si è avvolto con un lenzuolo e ha provato a darsi fuoco. Poi non pago, quando è stato salvato da un agente della polizia penitenziaria, al quale ha rotto anche il setto nasale, si è procurato una lametta e ha continuato a infierire contro se stesso.È quando è successo a S.P., 30 anni, frusinate, detenuto nella casa circondariale di Frosinone, protagonista di una vicenda che ha fatto discutere, con tanto di intervento del sindacato Cisl Fns a difesa degli agenti della polizia penitenziaria sempre più vittime di aggressioni in una situazione di grande sovraffollamento. Dopo il doppio episodio, S.P. è stato trasferito nella sezione psichiatrica del carcere di Casino.
Intanto il suo caso è al vaglio delle autorità, nei suoi confronti saranno aperti due procedimenti, uno penale per l'aggressione all'agente e uno amministrativo con il probabile trasferimento in un altro istituto di pena. Nel frattempo la famiglia di S.P., tramite l'avvocato Luigi Tozzi, ha voluto ringraziare pubblicamente l'agente intervenuto per salvare il proprio congiunto e scusarsi con lo stesso per l'inconsulta reazione avuta durante l'intervento da S.P.. Questi, infatti, si era barricato in cella e aveva bloccato l'apertura tanto che, per entrare nella stanza, gli agenti hanno dovuto, con un frullino, rompere la serratura. Una volta all'interno gli agenti che hanno strappato il detenuto alle fiamme (si è procurato piccole bruciature) hanno dovuto fronteggiare la sua reazione violenta.
Una reazione che è costata la rottura del setto nasale a un agente della polizia penitenziaria. S.P. è stato allora portato a Cassino, non prima però che lo stesso si ferisse ancora da solo usando una lametta. Ora il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sta valutando il caso ai fini di, a questo punto molto probabile, trasferimento in altra sede per continuare a scontare la pena.