Era stato accusato di aver provato a strangolare la moglie e per questo era finito dietro le sbarre del San Domenico. Il fatto risale al 24 ottobre 2017.
L'accusa sosteneva che l'imputato dopo il tentato strangolamento fosse poi fuggito lasciando la donna in stato di incoscienza, da lei simulato per farsi salva la vita. Per l'uomo, difeso dall'avvocato Andrea Coletta, è stato richiesto un rito abbreviato, condizionato all'esame dell'imputato che è stato fatto ieri.

Durante l'esame l'uomo, originario di Sant'Elia ha raccontato la sua versione dei fatti smentendo completamente la versione riportata dalla moglie. A sostegno della sua tesi la totale assenza sul collo della donna di tracce di strangolamento e i certificati medici che  parlano di cervicalgia e dei problemi ad un occhio.
«Speriamo in un buon esito -ha dichiarato l'avvocato Coletta- quantomeno in una derubricazione del reato in "lesioni personali"». Al momento la coppia sta affrontando anche la separazione giudiziale, hanno due figli. L'udienza è fissata giovedì prossimo davanti al gip Scalera.