Arrivavano a tutte le ore. Anche a bordo di un tir e durante le manovre dello scuolabus che lasciva o prendeva i bambini della vicina scuola De Mattias. In 150 ogni giorno si rifornivano nella piazza di spaccio di via Bellini. Anche ieri mattina, quando sono entrati in azione gli uomini del questore Rosaria Amato, l'attività era in corso. Dopo gli Intoccabili e Firework, ieri è caduta un'altra piazza di spaccio, quella di via Bellini numero 4, in uno stabile, con gli appartamenti Ater in gran parte occupati abusivamente. Dalle stime della questura, la vendita di cocaina (cotta e cruda) fruttava fino a 11.000 euro al giorno.

Ieri la polizia, che ha agito con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Roma, ha dato esecuzione a 12 delle 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Elvira Tamburelli. Gli agenti della squadra mobile, diretti dal vice questore Carlo Bianchi, hanno sfondato la porta e poi hanno fatto irruzione nello stabile, presidiato da vedette e da un sistema per impedire se non rallentare l'ingresso delle forze dell'ordine. Il gip di Roma, su richiesta del sostituto procuratore Adolfo Coletta, che aveva avviato le indagini e poi le ha proseguite come applicato alla Dda una volta formalizzata la contestazione di associazione a delinquere, accusa contestata a tutti, ha ordinato il carcere per Andrea Kercanaj, albanese, ritenuto il capo dell'organizzazione.

Quindi per le vedette David Marian Surdu nonché per coloro Renald Memajdini, Orgest Mansi e Harli Brahimi, sospettati anche di essere gli addetti allo spaccio notturno, tutti albanesi. Ordinanza a carico delle sorelle Roberta e Simona Paniccia, accusate di essere addette alla contabilità e allo spaccio diurno (in questo caso l'accusa era rivolta anche a Gloria Pompili, la ragazza uccisa di botte la scorsa estate). Il gip ha disposto la custodia in carcere per chi è ritenuto essere un corriere ovvero i fratelli Enri e Alion (quest'ultimo attualmente in Germania) Goxhaj, albanesi, e Daniel e Iona Alina Vacaru, romeni, aggregatisi dopo l'arresto di Enri. Stessa misura adottata per quanti sono accusati di essere i fornitori romani dell'associazione, Fatmir e Rolan Nurce, padre e figlio, gli unici residenti fuori provincia.

Il gip nell'ordinanza parla di «un gruppo criminale di tipo piramidale dedito alle operazione illegali di acquisto e successiva cessione di stupefacenti», ma non solo, è stato evidenziata «l'assoluta spregiudicatezza con cui, nel tempo, gli indagati hanno compiuto e compiono le attività delittuose, agendo senza alcun timore di denuncia» e «nonostante i ripetuti controlli, arresti e sequestri di stupefacente che hanno subito, ogni volta riciclandosi e riorganizzandosi per la realizzazione dei traffici illegali». Di fronte ai ripetuti controlli, arresti e sequestri «l'organizzazione ha dimostrato grande flessibilità, nell'adattarsi a tali eventi sfavorevoli, mai interrompendo l'attività di vendita al dettaglio, come è evidente dalle riprese delle telecamere».
Anzi, consci dei rischi, hanno intensificato l'attività per massimizzare i profitti.

Gli agenti hanno seguito i movimenti con telecamere, intercettazioni telefoniche e ambientali. Per garantirsi gli approvvigionamenti giornalieri, per ridurre al massimo i rischi giudiziari ed economici di eventuali operazioni di polizia, su suggerimenti dei fornitori romani, l'associazione aveva acquistato una vecchia Ford Fiesta, all'interno della quale, al posto dell'airbag sul lato passeggero aveva ricavato un vano apribile con un sistema a scatto per trasportare in sicurezza la droga.
Viva è stata la preoccupazione del gruppo quando, al primo viaggio, la vettura ha avuto un incidente sull'A1 a Colleferro.
I timori erano che si fosse danneggiato il meccanismo e non per i 2.500 euro di danni da sostenere. Peraltro grazie a quell'inconveniente la polizia piazzò una cimice, utile ad ascoltare i dialoghi.

Nel corso delle indagini emersi i contatti con l'organizzazione degli Intoccabili, con la quale però non c'era concorrenza, come dimostrato anche durante un inseguimento di appartenenti al secondo gruppo che, tallonati dai carabinieri, evitarono appositamente di andare verso via Bellini. Gli indagati, difesi dagli avvocati Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia e Tony Ceccarelli saranno interrogati nei prossimi giorni.