Erano le circa 21.30 di domenica. Erano in sei e sono piombati come furie tra i tavoli di un bar in piazzale 25 Aprile, picchiandosi tra di loro. Tutti di colore, tutti con regolare permesso di soggiorno, tutti residenti a Ceccano.

La ricostruzione
Una calda serata di giugno, famiglie, giovani e bambini in cerca di un po' di fresco, erano tranquillamente seduti a bere e chiacchierare all'aperto in un noto locale della parte alta delle città fabraterna, L'Infinito Caffè. All'improvviso sei immigrati hanno iniziato a darsele di santa ragione davanti ai clienti terrorizzati. Lo hanno fatto con mazze, bottiglie e grosse pietre. Sembrerebbe che uno di loro avesse derubato gli altri dei loro cellulari. Sono intervenuti, per calmarli, alcuni clienti del bar, ma poi come racconta lo stesso proprietario del locale «uno di loro stava per raggiungere la zona dei tavoli con una pietra di grandi dimensioni tra le mani. Lo abbiamo fermato nuovamente tanto che alla fine si sono spostati in piazzale 25 aprile dove hanno continuato a picchiarsi con tutto quello che gli capitava tra le mani. Siamo intervenuti ancora, mentre attendevamo l'arrivo, molto tempestivo, dei carabinieri che nel frattempo erano stati allertati».

Il proprietario dell'Infinito Caffè affida la sua rabbia a un post di Facebook: «Ditemi voi come siamo ridotti, io stavo solo svolgendo il mio lavoro e solo grazie all'aiuto dei miei clienti sono riuscito a difendermi. Voi chiamatela integrazione».
Come prevedibile, sul social, si sono scatenati commenti di ogni genere. Da "chi li difende è complice" a "ognuno a casa sua" dell'assessore alla Cultura Stefano Gizzi e tanti altri commenti alcuni dei quali irripetibili. C'è stata anche qualche voce fuori dal coro. Resta il fatto che ieri, in pieno centro, una rissa tra giovani ha spaventato gli avventori di un bar e fatto piangere i bambini presenti. A prescindere dal colore della pelle. Una questione di ordine pubblico.