«Socialmente pericoloso». Così il giudice che gli ha inflitto due anni e sei mesi descrive Harmony Godsent, il nigeriano di vent'anni accusato di aver picchiato, il 23 maggio, tre carabinieri intervenuti per calmarlo dopo una discussione tra l'africano e il direttore delle Poste di via Fosse Ardeatine.
In attesa che la sentenza divenga definitiva, è stato rimesso in libertà. Una volta scontata dovrebbe essere espulso dall'Italia. Così ha deciso il giudice, anche se il provvedimento è subordinato alla procedura attivata per l'ottenimento dello status di rifugiato. Intanto il suo caso verrà segnalato alla commissione territoriale preposta a valutare la richiesta di asilo per l'adozione dei provvedimenti conseguenti (una prima convocazione Godsent l'ha peraltro disertata, probabile che la seconda venga accelerata). Qualora questo gli sia negato, verrà eseguita l'espulsione (anche se la procedura rischia di essere lunga, tenuto conto dell'eventuale ricorso).
Godsent, in precedenza, era già stato condannato in primo grado a quattro anni, per droga, e a otto mesi per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Nel decidere la pena, il giudice è partito da una pena base di tre anni e nove mesi, poi ridotta per la scelta del rito (attraverso l'avvocato Marco Ottaviani l'imputato, che era assistito dall'interprete di lingua inglese Francesca Nobile, ha patteggiato).
Il giudice Pierandrea Valchera nelle motivazioni ha affermato che «sussistono gli elementi di prova nei confronti dell'imputato per la dichiarazione della sua responsabilità penale quanto al reato contestato». Sono stati valutati la relazione dei carabinieri, il sequestro del palo in ferro sradicato e brandito nella fuga, il referto del pronto soccorso con le prognosi di 25 giorni per un militare dell'Arma e dieci per gli altri due per trauma cranico, trauma distrattivo del collo, trauma addominale, contusioni e escoriazioni varie. Il primo militare intervenuto è stato colpito, mentre identificava il nigeriano, con un violento pugno al volto e con calci per essere poi scaraventato fuori dall'ufficio postale. Quindi l'aggressione agli altri due carabinieri intervenuti per bloccarlo. La pena è stata ritenuta dal magistrato «congrua in relazione alla gravità oggettiva dei fatti per cui si procede e alla personalità dell'imputato, di recente tratto in arresto in flagranza dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali (20 gennaio 2018) e di cessione di sostanza stupefacente (29 maggio 2017), elementi questi che si pongono, altresì, come ostativi alla concessione della sospensione condizionale della pena, non potendosi formulare un giudizio prognostico positivo circa la futura astensione dalla commissione di reati».