Sequestrati uno striscione, cinque spade giapponesi e tre pugnali. Non si è fatta attendere la risposta delle forze dell'ordine allo striscione affisso nelle palazzine Ater di corso Francia inneggianti a Diego Cupido, condannato, in secondo grado, con l'accusa di essere al vertice dell'associazione a delinquere specializzata nello spaccio di droga e denominata gli Intoccabili. Nei giorni scorsi era stato affisso uno striscione nel quale si leggeva "Rivogliamo il nostro leone Diego Cupido". Un incoraggiamento per l'uomo, attualmente detenuto, che per il procuratore Giuseppe De Falco configura il reato di induzione a delinquere. Da qui la richiesta di un decreto di sequestro per la rimozione dello striscione (nei giorni scorsi ne era apparso un altro che era stato rimosso).

Gli agenti delle volanti e della squadra mobile, ieri, hanno dato esecuzione all'ordine di sequestro effettuando tre perquisizioni domiciliari. Il blitz a corso Francia è scattato nella casa di Diego Cupido. Gli agenti, coordinati dal vice questore Carlo Bianchi e dal commissario capo Flavio Genovesi, nel corso della perquisizione hanno sequestrato lo striscione incriminato, nonché cinque spade giapponesi e tre pugnali, unitamente al sistema per la videosorveglianza a protezione dell'immobile. Al momento l'indagine è contro ignoti e parte dal fatto che essendo stato considerato dalle due sentenze (di primo e secondo grado) come il capo dell'associazione a delinquere gli Intoccabili affiggere un manifesto del genere rappresenta un'induzione a delinquere. A rappresentare la famiglia Cupido è stato incaricato l'avvocato Marco Maietta.