Un sogno iniziato quasi due anni fa, da Roma è partito l'iter della candidatura dell'abbazia di Montecassino e degli altri monasteri benedettini del Lazio come patrimonio dell'Unesco. Potrebbe segnare l'inizio di una nuova era per il territorio e non solo. Infatti se si analizzano i flussi turistici delle città in cui insistono beni entrati a far parte del patrimonio dell'Unesco i dati parlano chiaro. L'incremento del turismo in quelle città è nell'ordine del 25%.
Ma questo passo importante non rappresenterebbe solo una svolta in termini economici e turistici, bensì un enorme successo e in ambito culturale.
Oggi a Subiaco sarà presentato il progetto di candidatura "Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini medievali in Italia". A rappresentare il territorio due docenti dell'Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Giulia Orofino e Ivana Bruno, referenti scientifici per l'abbazia di Montecassino. Tra gli altri relatori ci saranno Francesca Riccio, dell'Unesco, Ruggero Longo responsabile scientifico e coordinamento del progetto, Cesare Alzati, dell'Università Catolica di Milano, Marina Righetti, referente dei monasteri di Subiaco e Umberto Longo, referente per l'abbazia di Farfa entrambi doventi dell'Università La Sapienza. Saranno presenti anche gli abati dei monasteri ed Edith Gabrielli, direttrice del Polo Museale del Lazio.
Se il progetto dovesse andare a buon fine e il risultato venisse centrato, la portata del successo aprirebbe un nuovo scenario a livello mondiale per il monastero e per il territorio. L'obiettivo è quindi riuscire a fare inserire nella lista del patrimonio Unesco i monasteri benedettini del Lazio e rinsaldando quel legame già forte tra le città che hanno accompagnato la vita di San Benedetto.