Una quarta persona risulterebbe sottoposta a indagini nell'ambito dell'inchiesta sulle 59 schede segnate a Piedimonte San Germano che tanto clamore continua a suscitare nella cittadina e non solo. Si tratta di una donna, moglie di uno dei rappresentanti della lista Azione Comune di Urbano, ascoltata dagli inquirenti. Per lei, l'ipotesi è quella di false dichiarazioni al pubblico ministero. Diverse le contraddizioni che ci sarebbero state in sede di "colloquio".

La ricostruzione

Diversi pure gli accertamenti posti in essere dal sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi che ha affidato l'indagine alla squadra informativa del Commissariato di Polizia in un caso delicatissimo ma che avanza a vele spiegate.
Dapprima le verifiche sulle buste contenenti le schede che avrebbero "rivelato" la possibilità di apertura e chiusura delle stesse, garantendo la coincidenza delle firme apposte a chiusura di seggio. Poi le risultanze della perizia calligrafica: svelerebbero che 53 delle 59 preferenze che recano segni geometrici all'interno del simbolo "Piedimonte Ora" sarebbero stati apposti dalla stessa mano.

Gli indagati

Finora risultavano indagati il funzionario del Comune e due rappresentati di lista "Azione Comune, Urbano sindaco" iscritti a garanzia per il reato di cui al comma 2, art. 90 del Dpr 570 del 1960 (legge elettorale). Ora il numero sale a quattro ma per la donna l'ipotesi è di false dichiarazioni al Pm.

La querela di falso

Intanto, tre giorni fa, sindaco e maggioranza del Comune di Piedimonte avevano annunciato - in una conferenza stampa - di aver presentato una istanza al giudice civile. Si tratta di una «querela di falso contro la contraffazione  delle 59 schede» dichiarando di averlo fatto prima ancora di apprendere la notizia sull'esito della perizia ad opera della Procura. «La querela di falso - aveva detto Ferdinandi - è lo strumento che il codice di procedura prevede per far sì che una falsificazione, come quella che si ritiene sia stata posta in essere in questo caso, non produca il valore di prova in un processo». Il riferimento, chiaramente, è al ricorso al Consiglio di Stato. La stessa querela era stata notificata ai soggetti interessati.