Da soluzione a problema. Sembra il destino cui pare destinato il ponte Bailey, realizzato dal Comune di Frosinone a proprie spese sul viadotto Biondi, per riaprire il traffico veicolare sull'importante arteria stradale, nell'attesa della bonifica della frana, verificatasi nel marzo 2013 nel costone di collina sottostante, e del ripristino funzionale del ponte, attività queste di competenza della Regione.
Da alcune settimane è in corso una sorta di braccio di ferro tra la Pisana e l'ente di piazza VI dicembre: da Roma si preme per la rimozione del ponte per rendere sostanzialmente meno onerosa e più semplice l'esecuzione dei lavori attualmente in corso, iniziati a quasi cinque anni di distanza dall'evento franoso; il Comune dice sì, ma a determinate condizioni. Martedì scorso, sul punto, è arrivato un nuovo sollecito dalla Direzione regionale risorse idriche e difesa del suolo.

«Si evidenzia e si ribadisce - è scritto nella lettera indirizzata al sindaco e al dirigente del settore lavori pubblici del Comune di Frosinone e per conoscenza alla prefettura e all'impresa esecutrice dei lavori - l'esigenza della rimozione del ponte provvisorio in via Biondi, al fine di consentire l'esecuzione dei lavori nella parte superiore della frana, appaltati alla impresa Mario Cipriani di Castel Madama, così come previsto dal cronoprogramma lavori comunicato alla consegna dei lavori... Com'è noto anche a codesta Amministrazione, in merito alla proposta di individuare una soluzione alternativa alla pronta rimozione del ponte provvisorio, rappresentata nella riunione del 9 aprile 2018, l'impresa per una diversa soluzione di esecuzione ha presentato una stima economica pari a un totale di 313.856 euro che, tenuto conto del quadro economico e stante il percorso delle scelte progettuali in fase di gara ed esecutive, non appare attuabile e difficilmente perseguibile. Di conseguenza si conferma l'ormai urgente rimozione del ponte provvisorio». Urgenza perché? Perché, si legge nella missiva, secondo la Regione, «si corre il rischio di inficiare le opere già eseguite che potrebbero subire fenomeni quali: il deflusso da monte delle acque non ordinato con rischio di danneggiamento delle opere già realizzate a valle; la mancata esecuzione» di altre due paratie a ridosso del ponte «pone in pericolo il pendio ad una ulteriore instabilità, nello specifico in caso di piogge abbondanti e prolungate che rappresentano uno dei fenomeni meteorologici più impattanti per il territorio; il danneggiamento delle terre armate già eseguite che rischiano di subire fenomeni di irregolare assestamento e deformazione. Per tutto ciò... si chiede la rimozione del ponte provvisorio, la demolizione delle rampe di raccordo a monte e a valle e la demolizione dei cordoli di appoggio del ponte, tutto ciò per consentire l'esecuzione dei lavori nella parte superiore della frana».

«In linea di principio - dicono dal Comune - non siamo contrari allo smontaggio del ponte, ma riteniamo che si possano trovare delle soluzioni che consentano di tenere in piedi il Bailey il più a lungo possibile. Oggi la città non può più permettersi di avere il viadotto chiuso, perché interi quartieri della parte alta rimarrebbero tagliati fuori con conseguenze disastrose per i residenti e per le attività commerciali, soprattutto ora che le scuole sono ancora aperte. Il ponte, a nostro avviso può, essere rimosso nei mesi estivi per concentrare le lavorazioni in quel periodo, ed essere poi rimontato a settembre con la ripresa di tutte le attività. Dopotutto sul piatto della bilancia bisogna anche mettere i costi sociali che la collettività andrebbe ad affrontare con la rimozione immediata del ponte e una chiusura che si protrarrebbe, forse, per almeno sei mesi. A fronte di ciò sarebbe il caso magari che si spendesse qualche euro in più ma creare, quindi, minori disagi ai cittadini di Frosinone. In attesa dei lavori, due anni fa il Comune di Frosinone, a proprie spese, ha montato il ponte Bailey per ricucire la parte alta e la parte bassa, rimaste divise dalla conseguenze della frana, e per risolvere le enormi criticità che erano emerse in termini di viabilità e di vivibilità dei quartieri. La città non può avere un'arteria così importate chiusa per troppi mesi, per questo, come sempre, siamo pronti a una fattiva collaborazione con i tecnici della Regione per trovare una soluzione che possa contemperare le esigenze di tutti e non penalizzare in primis i cittadini di Frosinone».
L'incontro potrebbe esserci a breve per trovare la giusta quadratura.