Dopo trenta anni si reca in un ufficio postale per ritirare quanto maturato coi buoni postali depositati, ma la cifra che si aspettava non le è stata consegnata. La protagonista dell'episodio è stata una signora di Castelforte, che ha dovuto prendere atto che la somma dovuta era stata decurtata del 50%. Ovvia la delusione e la rabbia per la donna, che inutilmente ha cercato di far valere le sue ragioni. Alle richieste della signora Poste Italiane obiettava che i tassi di interessi erano cambiati successivamente alla sottoscrizione dei buoni in questione. A questo punto alla donna non è rimasto altro da fare che rivolgersi allo studio legale dell'avv. Francesca Scotti, di Itri, la quale, in collaborazione con la collega Francesca D'Onofrio di Fondi, ha avviato un contenzioso, presso il Tribunale di Cassino, teso ad ottenere quanto le sarebbe spettato.
I giudici della città martire hanno dato piena ragione alla donna ricorrente, condannando Poste Italiane al rimborso dell'importo degli interessi non corrisposti, che ammontavano a 19.800 euro, oltre al pagamento delle spese legali e rimborso spese per il Ctu, nonché al risarcimento del danno.

L'impianto difensivo sostenuto dagli avvocati Scotti e D'Onofrio, non nuove a queste battaglie in difesa dei diritti dei più deboli spesso calpestati dal comportamento anomalo delle strutture pubbliche anche in altri settori, ha smontato le tesi dell'ente inadempiente che "eccepiva, dapprima, il difetto di legittimazione passiva , ritenendo – come ha sottolineato l'avvocato Scotti dinon dover stare in giudizio, essendo legittimata la cassa di deposito e prestiti, per cui riteneva, nel merito, legittimo il rimborso in quanto i tassi di interessi erano cambiati successivamente alla sottoscrizione dei buoni serie O.
Le condizioni contrattuali – ha concluso la legale, rilanciando il messaggio di autotutela a quanti dovessero ritenersi danneggiati per episodi simili sono riportate sul retro dei buoni e Poste Italiane non può assolutamente dimezzarne l'importo finale conmodifiche approvate unilateralmente». Non ha nascosto la propria soddisfazione la signora di Castelforte.