Ventinove persone in aula, a rischio processo. Il prossimo 20 novembre il giudice per le udienze preliminari di Cassino potrebbe decidere se accogliere l'opposizione all'archiviazione e procedere con il rinvio a giudizio, o con il proscioglimento, di 29 persone del Cassinate accusate di truffa nei confronti di un istituto di credito.
La vicenda
La vicenda è molto complessa. In base a quanto finito in un corposo fascicolo, oltre due dozzine di persone (tutte residenti tra Cassino, Esperia, Cervaro e il Sorano) avrebbero chiesto all'istituto di credito in questione dei prestiti a partire dal 2013. Somme diverse, fino a 10.000 euro. Per ottenerle, però, sarebbero stati prodotti falsi documenti e gli indagati avrebbero accettato di "reggere il gioco".
In base all'accusa, infatti, uno dei 29 ritenuto il deus ex machina avrebbe "convinto" gli altri a sostenere le dichiarazioni mendaci: avrebbe convinto gli indagati ritenuti dagli inquirenti delle teste di legno a sostenere di avere delle occupazioni e in base a questo avrebbero acconsentito anche all'emissione di cedolini a loro carico, ritenuti dagli inquirenti del tutto fittizi. Ma sia la tipologia di occupazione dichiarata, sia le buste paga prodotte per poter convincere la banca (e, dunque, provvedere a concedere i prestiti richiesti) erano per l'accusa totalmente fasulle.
In sostanza, il deus ex machina avrebbe "reclutato" le sue "prede" in bar, locali del posto e zone particolarmente frequentate da giovani. A cadere nelle lusinghe sarebbero stati soprattutto ragazzi senza occupazione e bisognosi di lavoro. Ora a novembre la vicenda verrà affrontata in aula: la battaglia legale si annuncia accesa. Nel pool dei legali, l'avvocato Anna Ciaraldi