Altri due indagati nel caso delle 59 schede contraffatte di Piedimonte San Germano. Si tratta di rappresentati di lista della sezione numero 5 di "Azione Comune, Urbano sindaco", iscritti a garanzia per il reato di cui al comma 2 del Dpr 570 del 1960 (legge elettorale). Lo stesso contestato al funzionario del Comune, Luigi Spiridigliozzi. A dare una ulteriore svolta alle indagini su quelle preferenze contrassegnate da segni geometrici sono stati tre fattori.
Il primo
Nel corso della scorsa settimana sono stati ascoltati tutti i rappresentati di lista, di ogni compagine e avrebbero contribuito a comporre il quadro ipotizzato dal sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi che ha affidato le indagini al Commissariato di Polizia. Ma non solo loro, anche uno degli altri candidati sindaco sarebbe comparso davanti del pubblico ministero.
Il secondo
I risultati della perizia calligrafia confermerebbero che 51 delle 59 schede sono state "segnate" da una stessa mano.
Terzo
L'accertamento effettuato qualche tempo fa dal Commissariato sulle buste contenenti le schede. Dagli esami sarebbe emerso che le stesse possono essere riaperte. Per conformazione. La striscia di colla si trova a qualche centimetro dalla chiusura e, dunque, in caso di apertura e con pazienza infinita, non è impossibile riposizionare la carta in perfetta coincidenza con le firme apposte da presidenti e scrutatori. Inoltre, date le dimensioni della busta non serve neppure un'apertura totale, basterebbe un varco utile per introdurre una mano. In sostanza sarebbero questi gli elementi ad aver portato a supporre che quei segni siano stati apposti in Comune, dopo la chiusura del seggio. E non prima. Nè dopo. Contestando reati punibili anche con la reclusione da 2 a 8 anni. Ma le indagini sono ancora in corso e le iscrizioni sono a garanzia