«Non ho posto....ovunque tu sei ti raggiungo». Era questo il tenore degli annunci con cui una donna di quarant'anni, affetta da disturbi psichici per i quali era in cura, era costretta a prostituirsi sull'asse attrezzato, ma anche in luoghi privati. Per quei fatti, risalenti tra maggio e luglio del 2015, il tribunale di Frosinone ha condannato due persone, entrambe di Ferentino, Adelia Sirizzotti, 79 anni, a quattro anni e due mesi di reclusione e Roberto Canali, 50, a quattro anni e quattro mesi.

La donna è accusata di aver sfruttato e favorito la prostituzione della quarantenne attraverso una serie di inserzioni pubblicitarie tra Frosinone e Latina. La Sirizzotti l'avrebbe accompagnata con la propria auto sullo stradone Asi, andandola a prendere presso le abitazioni dei clienti e perfino sostiene l'accusa concordando al telefono appuntamenti e prestazioni, spacciandosi per lei. Per l'accusa l'imputata avrebbe preteso una percentuale sui guadagni e altro denaro per il rifornimento della benzina del veicolo utilizzata per accompagnarla sul "posto di lavoro". Canali è accusato degli stessi reati: di aver accompagnato con la propria vettura la donna, approfittando anche del suo stato psichico, sul luogo dove esercitava la prostituzione e andandola anche a riprendere qualche volta. Lo stesso si sarebbe appropriato dei guadagni percepiti dalla prostituta. La quale, in un'occasione, come accertato dai carabinieri di Ferentino nel corso delle indagini, si sarebbe lamentata fino alla disperazione perché anche i soldi percepiti con la pensione erano già finiti.

A Canali era contestata la violazione della sorveglianza speciale, in base alla quale era obbligato a soggiornare a Ferentino.
Nel processo era confluita un'ulteriore ipotesi di reato alla Sirizzotti in concorso con una donna di Giuliano di Roma per l'affitto di un appartamento da destinare all'esercizio della prostituzione. In questo caso il tribunale di Frosinone ha pronunciato una sentenza di assoluzione. I tre sono stati difesi dagli avvocati Mario Cellitti, Filippo Collalti e Ascanio Cascella.