Erano in gruppo di tre, quattro amici tra i 14 e i 15 anni quando hanno incrociato due ragazzi più grandi. Un momento di incontro che poteva costare caro. Uno scambio di parole e uno dei "grandi", un ragazzo ultraventenne, ha iniziato a sferrare pugni. I ragazzini non sanno indicarne ragioni precise - perché parlano di uno scambio di battute apparentemente innocuo - neppure quando arrivano i genitori. Si ritrovano solo il giovanissimo amico colpito al naso e con tumefazioni al volto. 

Il papà, così come fanno pure altri genitori, accorre in piazza. I ragazzini sono tramortiti. Sono troppo giovani e hanno paura. Non è il primo episodio, raccontano alcuni coetanei che avrebbero ricevuto, altri sabati, diversi improperi e atteggiamenti di bullismo. Mamme e papà provano a ricostruire i fatti, a far parlare i piccoli, soprattutto per aiutare gli agenti del Commissariato - già in piazza e subito interpellati - a ricostruire i fatti e a individuare il ragazzo. 
L'episodio è avvenuto tra mezzanotte e mezza e l'una. Per tanto tempo non si parlerà d altro. A un certo punto, proprio dopo l'una, agenti e carabinieri scendono direttamente sul campo. Prima erano impegnati nella cerchia stradale che circonda piazza Labriola, poi arrivano direttamente nel cuore della movida fino alle tre e mezza. E restano fino a notte fonda tra i giovani. Controllano parecchi bar e locali. Diversi quelli che rispettano le regole con scrupolo, ma molti anche quelli che somministrano alcolici quando e a chi non dovrebbero.