Vendetta esplosiva, il trentunenne arrestato dai carabinieri subito dopo l'attentato in via Della Libertà, ad Aquino, rischia una pena importante. Ecco le accuse formulate per l'uomo che ha piazzato l'ordigno rudimentale.
La contestazione della procura, più severa sotto il profilo giuridico, riguarda la detenzione di materiale esplosivo e non esplodente: ovvero l'accusa passa da un reato sanabile con una contravvenzione a uno relativo a delitti concernenti armi ed esplosivi, che prevede anche la reclusione da 1 a 8 anni. Oltre al danneggiamento aggravato. Una contestazione importante, formulata in virtù del fatto che la violenza con cui è stata sventrata la Citroën C3 presa di mira, oltre a danneggiare altre vetture, attività commerciali e arredo urbano, avrebbe potenzialmente potuto avere conseguenze peggiori se in quel momento qualche malcapitato avesse deciso di uscire all'improvviso di casa o di affacciarsi a un balcone.
In base alla ricostruzione dei carabinieri della locale Stazione, guidata dal maresciallo Parrillo, coordinati dal tenente Nicolai e agli ordini del colonnello Cagnazzo Paolo Urbano, accusato di essere il responsabile dell'attentato, avrebbe "perlustrato" la zona per essere certo che a quell'ora (poco prima delle 5) non vi fosse nessuno.
Poi avrebbe piazzato l'ordigno rudimentale, lo avrebbe acceso e si sarebbe allontanato.
Dettaglio di certo importante ma che non azzera il rischio dell'imponderabile. Gli inquirenti hanno ascritto l'episodio a una pista sentimentale. Oggi, alla presenza del suo legale l'avvocato Renato Ciamarra il trentunenne potrà dire le sue verità durante la convalida e spiegare le sue ragioni.
Accertamenti sull'ordigno
Intanto vanno avanti gli accertamenti dei carabinieri chiamati non soltanto a far luce sulla dinamica ma anche a stabilire come il trentunenne sia entrato in possesso del materiale esplosivo: ovvero se il giovane lo abbia acquistato on-line oppure da qualche "fornitore"o ancora se si sia procurato e in che modo la materia prima provvedendo poi a costruire l'ordigno rudimentale.
In base ai primi elementi raccolti dai carabinieri e finiti sulla scrivania del sostituto procuratore Bulgarini Nomi titolare dell'inchiesta il trentunenne avrebbe piazzato l'ordigno sotto la Citroën C3 intestata a un ragazzo, ma in uso alla sua ex, per vendetta.
Un episodio che andrebbe inquadrato in un rapporto personale a quanto sembrerebbe finito, ma con alcuni coni d'ombra ancora visibili: in quei coni d'ombra sarebbe nato per gli investigatori il "desiderio" di vendicarsi. Quell'esplosione, tanto violenta, che ha svegliato i residenti, ne sarebbe stata la diretta e incontrollabile conseguenza.