Erano arrivati in largo anticipo e, anziché raggiungere l'area ex Permaflex, stazionavano a piazzale Europa. Ci misero poco gli oltre cento tifosi dell'Hellas Verona a venire a contatto con i frusinati all'altezza dell'incrocio con via Marittima. Per quegli incidenti, il 29 novembre 2015, prima dell'incontro di calcio con il Frosinone, per105 supporterveneti siè aperto il processo. Altri due saranno processati a luglio, mentre per altrettanti, all'epoca dei fatti minorenni, gli avvocati difensori Andrea Baccuga e Federico Lugoboni,hanno prodottounasentenza di non luogo a procedere del tribunale per i minorenni.

Davanti al giudice monocratico Mario Palladini i tifosi veronesi sono accusati di radunata sediziosa e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità. Per effetto degli scontri, sette tifosi veronesi erano stati arrestati nell'imme diatezza dei fatti per rissa aggravataehanno ottenuto la messa alla prova. Resta il procedimento a carico del resto del gruppo giunto nel capoluogo ciociaro a bordo di minivan. A ricostruire i fatti, ieri mattina, è stato chiamato l'allora dirigente dell'Anticrimine della questura di Frosinone Gianfranco Simeone. Il dirigente ha ricordato di esser stato chiamato dalla sala operativa e di esser stato il primo a portarsi sul posto insieme ad altri quattro agenti. Ha riferito di aver invitato i tifosi, che sostavano in un bar non lontano da piazzale Europa, a ritornare sui pulmini e a lasciarsi condurre nell'area ex Permaflex, quella designata per il filtraggio dei supporter al seguito delle squadre che giocano a Frosinone.


Dopo una zio di 25 ricettari da ritirare presso la Asl dietro il versamento della somma di euro 10.000, con il patto che il sanitario avrebbe acconsentito alla stabile contraffazione delle impegnative con la propria sottoscrizione e l'utilizzo del nominativo di suoi pazienti» e con l'impegno «a riconoscere come autentiche le impegnative spesso presso le farmacie» della provincia di Latina e di Roma. Il tutto sarebbe avvenuto nel luglio del 2017. L'organizzazione, in tal modo, riusciva a procurarsi presso le farmacie medicinali di fascia C (e non solo quelli per la disfunzione erettile, ma anche molti altri di uso comume e per diverse patologie) a titolo gratuito da rivendere poi, a pagamento, sul mercato nero, anche a Frosinone.
In quattro ora sono finiti in carcere, tre ai domiciliari.l lenta, ma efficace opera di persuasione la polizia è riuscita a riportare indietro gli scaligeri che, però, a quel punto si sono rifiutati di salire sui minivan.

«Nel frattempo ha ricostruito il dirigente della questura un gruppo di tifosi del Frosinone si è portato verso il bar».Simeoneha riferitoalloradi essersi rivolto ai tifosi canarini per invitarli ad allontanarsi dall'area. Anche perché, come aggiunto dal funzionario, «sarebbe stata un'ovvia provocazione». A quel punto la situazione è sfuggita di mano: «i tifosi del Verona hanno cominciato a marciare compatti verso il bar». Il contatto è stato inevitabile con lancio di sassi, sampietrini, bottiglie, bastoni e perfino una panchina. Solo l'intervento del reparto mobile ha permesso di interrompere i tafferugli. Alla fine, tutti i veronesi sono stati fatti risalire sui minivan e portati all'area Permaflex per l'identificazione. Secondo Simeone, la scelta degli ospiti di uscire dal circuito di controllo dei tifosi e portarsi in piazzale Europa, «luogo di ritrovo degli ultrà del Frosinone, non è stato casuale. Era tutto organizzato». Prossima udienza a novembre nella quale, come annuncia la difesa, potrebbero essere sentiti anche i tifosi veronesi.