Trenta giorni per la verità. Né uno in più né uno in meno. Un mese, a partire da domani, per depositare la relazione in grado di tracciare una direttrice univoca: quella che può portarea identificare la mano assassina che ha strappato alla vita Serena Mollicone. Ieri mattina alle 10.30, alla presenza delle parti, è stato conferito in Procura l'incarico al capitano del Ris, il dottor Rapone, affinché svolga in un tempo massimo di trenta giorni tutti gli adempimenti necessari affinché possa essere isolata (laddove effettivamente vi sia) una traccia ematica "notata" in un frammento di vernice isolato sullo scotch. Una possibilità talmente piccola, talmente millimetrica che al tempo stesso potrebbe ribaltare o avvalorare decenni di indagini: lo scotch è quello con cui Serena venne legata prima di essere trasportata nel bosco dell'Anitrella. Dunque, se di sangue si potrà parlare (dettaglio dirimente, poiché rappresenterebbe la firma dell'assassino),  i risultati cambierebbero il volto di un giallo durato 17 anni.


Domani, nella sezione Biologia del Ris quella specializzata nell'analisi del Dna inizieranno i lavori. Un tassello fondamentale, che si inserisce nel duro e imponente lavoro svolto dagli uomini dell'Arma coordinati dal colonnello Cagnazzo: una accelerazione che lascia aperta ogni speranza affinché si arrivi presto a mettere le mani sui colpevoli. Anche gli indagati restano in attesa: l'impulso investigativo della procura di Cassino, a partire da dicembre, ha portato all'iscri zione nel registro degli indagati di altri due sottufficiali (Suprano e Quatrale) per ipotesi differenti, insieme all'ex comandante di Stazione Mottola, a sua moglie e a suo figlio. Gli avvocati Emiliano e Francesco Germani, Rotondi e Candido e i rispettivi consulenti sono pronti