Soldi, tanti, in cambio di posti di lavoro inesistenti. Una donna di Frosinone, M.M., 50 anni, è stata arrestata con ordinanza del gip del tribunale di Roma per truffa, millantato credito e falso. Con la complicità di un uomo, che si spaccia per componente della segreteria di un importante politico nazionale, avrebbe truffato otto personetra Frosinone, Alatri e Veroli.
Ai malcapitati veniva promessa un'assunzione nel mondo della sanità come infermieri, portantini o centralinisti. A seguito delle denunce presentate da quanti sarebbero incorsi nella truffa, la donna, assistita dall'avvocato Giampiero Vellucci, è finita nel carcere di Rebibbia. La prossima settimana sarà sottoposta all'interrogatorio di garanzia.

I fatti, oggetto d'indagine della procura di Roma perché il primo episodio in ordine temporale è stato denunciato nella capitale, sarebbero andati avanti dal 2007 fino a oggi. La donna, attraverso una tecnica collaudata, e con la complicità di altri personaggi in corso di identificazione, avrebbe attirato, grazie anche al passaparola, ignare persone desiderose di trovare una sistemazione lavorativa per sè o per i figli. Per avere la certezza di diventare infermiere, portantino o centralinista in un'azienda sanitaria, bisognava sborsare una bella somma di denaro. Nel caso più eclatante si parla di 30.000 euro. In altri casi, a seconda del tipo di contratto, il denaro richiesto variava tra settemila e quindicimila euro.

La donna, per essere più convincente, si incontrava con le vittime in ufficio alla presenza del complice, che veniva presentato come staff di un importante uomo politico di livello nazionale. In altre occasioni i potenziali clienti erano ricevutida personein camice bianco, probabilmente complici chesi fingevano mediciper dare ancor più credito alla donna. Le somme richieste erano giustificate pure dalla necessità di dover svolgereuna provafisicad'idonei tà o per conseguire un'abilitazio ne funzionale alla successiva assunzione. Stante la crisi economica, più di qualcuno è finito nella trappola nella speranza di avere il tanto agognato posto fisso. A costo anche di privarsi di una bella fetta delle proprie sostanze, magari prestata da qualche familiare. La donna, peraltro, non sembra nuova a simili episodi. Davanti al tribunale di Frosinone risultano pendenti due procedimenti.