Condotte misteriose, carabinieri e forestali ancora in azione e proseguono le indagini avviate assieme ad Arpa Lazio ed Asi. Dopo la pausa del week-end, è tornato in azione il robot telecomandato che affronta le violente correnti contrarie risalendo lungo le tubazioni delle quali alcune, se non molte, non risulterebbero autorizzate dagli enti competenti.
Dopo la disamina del primo tratto, quello immediatamente superiore alla cascata del fiume Sacco tra Anagni e Sgurgola, i sottufficiali dei carabinieri (alla guida il luogotenente Massimo Crescenzi) e dei carabinieri forestali (comandati dall'ispettore Fabio Castellucci) sono entrati nella "zona calda", dove interconnessioni, rivelate dalle sonde sonar, formano un intreccio, una vera ragnatela sotterranea.
Dai primi riscontri, risulterebbero veritieri i timori che hanno portato alla organizzazione ed effettuazione della massiccia operazione di controllo: alcune aziende della zona industriale, l'area racchiusa tra il casello autostradale e lo snodo della via Morolense, potrebbero affidare i liquami provenienti dalle loro lavorazioni a condotte non ufficiali, posizionate con leggerezza e collegate, questo l'aspetto peggiore, in spregio alle regole ed alla normativa di settore. Ovviamente la serie di controlli da parte delle autorità competenti con questi moderni strumenti proseguiranno fino a quando non sarà effettuata una mappatura completa. Alla ricerca di scarichi non autorizzati nel fiume Sacco.