Prezzi "popolari" nelle case hot cinesi. Cinquanta euro a prestazione in un mercato cassinate dove i "costi" del sesso a pagamento sono ben più elevati. Almeno 100 euro per italiane o sudamericane mentre i trans hanno prezzi più bassi: una concorrenza sotterranea che sfugge a molti, ma non agli habitué.
Un altro tassello di un universo - spesso - illecito portato alla luce grazie alla polizia di Stato che ha smantellato già una quindicina di appartamenti hot. Tutti in pieno centro, in palazzine storiche e insospettabili. Dove i clienti salgono numerosi e senza remore. Tra l'imbarazzo degli inquilini che spesso sono pure costretti a rispondere al citofono laddove vengono commessi errori nell'individuazione del nome (a tutte le ore) o a dare indicazioni tra le scale ai più distratti.

L'operazione

Stavolta l'alcova del piacere era situata in via Arigni. Un appartamento grazioso, immerso nella routine cittadina, dove si arrivava tramite i soliti annunci web: viene messa in mostra una ragazza e la zona di riferimento mentre, per ogni altro dettaglio, è necessario chiamare. L'indirizzo viene concesso solo a chi è realmente interessato, previo "colloquio".
All'interno c'erano due donne, una di 52 anni (destinataria di provvedimento di espulsione) e una di 20 (clandestina). Per gli investigatori del commissariato la prima vestiva i panni della maitresse mentre la seconda era la prostituta vera e propria.
Troppo palese quello che accadeva all'interno dove la clientela non mancava mai. Inconfondibili scatole di preservativi oltre a telefonini e 1.000 euro in contanti: tutto sequestrato. Le ragazze avevano messo i soliti annunci per essere rintracciate.
Gli agenti del dottor Tocco hanno così denunciato la signora cinese di 52 anni per favoreggiamento alla prostituzione. La loro ipotesi investigativa è, appunto, quella che favorisse la prostituzione della ventenne. La stessa è stata accompagnata al centro di accoglienza di Roma. Clandestina come altre ragazze trovate nella medesima situazione. A volte anche sottopagate.
Non solo. Si scava per fare luce su altri aspetti. Il contratto di locazione non sarebbe intestato a nessuna delle due. Dunque, sarà fondamentale capire chi sia realmente l'affittuario e, come sempre, se il proprietario dell'appartamento fosse a conoscenza di quanto si svolgeva tra quelle quattro mura poco... domestiche. In altri due casi, infatti, in via Sferracavalli e in via Garigliano, i contratti delle case hot "chiuse" dalla polizia erano intestati a un cinese: circostanza che lascia immaginare una "piramide" organizzativa alla base della filiera hot. Da verificare, anche, se le varie alcove orientali possano avere collegamenti tra di loro.

Modus operandi

Come appurato in altri episodi, capita che sia la maitresse a tenere i contratti col mondo esterno, a rispondere cioè alle telefonate degli uomini interessati. E a dirottare le richieste. Si indaga, insomma, per ricostruire l'eventuale ragnatela su cui si muove il mercato hot, per verificare pure possibili punti di contatto tra le case dove gli agenti del dottor Tocco hanno bussato. Per capire come e da chi vengono effettivamente gestite. Perché la prostituta, spesso, potrebbe rappresentare davvero l'anello debole della catena.