Furto nella notte di domenica in via Gaeta, in un hangar di proprietà del comandate Antonio Zaccini. Ancora una volta ladri in azione nella zona dove, venerdì 13 aprile, ignoti avevano ripulito l'autolavaggio "I Faraoni". Allora, dallo spiazzo per il car wash di proprietà di egiziani, erano state portate via tutte le attrezzature per la pulizia esterna e interna delle autovetture.
La ricostruzione
A raccontarci l'accaduto è lo stesso comandante Zaccini che ringrazia i carabinieri della locale stazione per la prontezza dell'intervento dopo che sono stati chiamati nella mattinata di ieri, appena i proprietari si sono resi conto dell'accaduto. I militari hanno provveduto al sopralluogo e ai rilievi. I malviventi si sono intrufolati in un capannone che si trova dietro l'abitazione di Antonio Zaccini, a servizio di una pista di trecento metri che corre lungo il fiume Sacco che il militare utilizza per un aereo a decollo e atterraggio cortissimi che ha hangarato proprio dentro il capannone ripulito dai ladri.
«I fatti sono accaduti sicuramente dopo l'una -racconta Zaccini- Il capannone era chiuso con lucchetti e chiavistelli e circondato da lamiere. Una è stata divelta e staccata dal telaio. Sono entrati da lì».
Il bottino è stato ingente, anche se l'aereo è stato risparmiato.Sono state prelevate attrezzature da officina, per la manutenzione del mezzo, e agricole tra cui alcune mototoseghe per tagliare la legna, due decespugliatori, due saldatrici, un soffiatore per eliminare le foglie e altri macchinari, il cui inventario è ora nelle mani dei carabinieri.
«I ladri sono entrati dal cancello del depuratore che confina con la mia proprietà -spiega Zaccini- La chiave dell'ingresso principale dell'impianto è stata trovata nel lucchetto. Sono passati all'interno della struttura e poi hanno tagliato la rete metallica a confine tra le due proprietà. Un fuoristrada che era parcheggiato davanti all'hangar è stato trovato vicino al depuratore insieme a un trattorino rasaerba».
Probabilmente i ladri sono fuggiti quando il nipote del comandante, intorno alle tre, ha sentito abbaiare i cani e ha acceso la luce in casa per qualche minuto, senza però allarmarsi più di tanto.
Ovviamente il sospetto è quello che i  malviventi ben conoscessero cose fosse contenuto all'interno del capannone. Intanto i carabinieri proseguono con le indagini