L'ennesimo, tragico episodio di violenza ai danni di una donna. La storia è, come troppo spesso accade, simile a quella di altri milioni di donne ma, questa volta, il risvolto della vicenda, accaduta nella serata di ieri a Procida, è agghiacciante. A morire sotto la ferocia di calci e pugni di un uomo violento non è stata la vittima delle percosse ma un bimbo. Quello che la donna, picchiata dal compagno sull'isola del golfo di Napoli, aveva in grembo. E' stata lei stessa, una 38enne originaria di Pozzuoli, a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine dopo che il padre di quel figlio che aspettava, un 45enne di  origini venezuelane, l'aveva massacrata di botte. I carabinieri, una volta giunti nell'abitazione, hanno subito capito la gravità della situazione; la donna lamentava forti dolori addominali, tanto che i militari hanno chiamato un'ambulanza che l'ha accompagnata nell'ospedale dell'isola. Al Gaetanina Scotto i medici non hanno potuto far altro che constatare l'interruzione forzata della gravidanza. Nella mattinata la donna è stata trasferita con un'idroambulanza a Pozzuoli per essere sottoposta ad aborto terapeutico.
Il padre violento che non ha permesso a quel figlio di venire al mondo è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e  interruzione di gravidanza.
Dalle prime notizie trapelate, la vittima avrebbe riferito agli investigatori di essere già stata aggredita in passato dal suo compagno senza mai, però, denunciarlo per quell'atteggiamento che troppo spesso, troppe donne hanno paura di denunciare.