Faida tra egiziani, discusse ieri le consulenze. Impossibile rilevare le impronte su mazze e temperino, impossibile dunque effettuare una comparazione. Ma questa non è l'unica sostanziale novità nell'ambito del processo con rito abbreviato nato dall'operazione "Gold Wash" della polizia di Cassino. Sette i giovani che hanno scelto di procedere con rito abbreviato e che il prossimo 10 maggio saranno giudicati dal tribunale di Cassino; cinque quelli che hanno scelto di costituirsi parte civile attraverso l'avvocato Claudio Persichino. L'ottavo, invece, sta proseguendo con rito ordinario. Gli imputati, invece, saranno difesi dai legali Giuliano, Baroni e Cupo. La richiesta di rito abbreviato era stata condizionata proprio alle perizie: sulle spranghe, sui cellulari e una di tipo medico-legale (affidata alla dottoressa Lucidi) sul ragazzo che rischiò la vita dopo uno degli episodi finiti sotto la lente (e in relazione al quale fu contestata anche un'ipotesi di tentato omicidio). Per quanto riguarda le impronte, sembrerebbe essere risultato difficile reperire le impronte, tanto da rendere impossibile la comparazione. Circa la perizia medico-legale, invece, il Ctu avrebbe confermato l'ipotesi della difesa: il trauma riportato dal ragazzo finito a lungo in coma fugravissimo. Se non ci fosse stato il tempestivo intervento del 118, lo stesso avrebbe potuto rischiare anche la vita. Il 3 maggio la discussione di pm e parte civile. Il 10, dopo la fine delle discussioni, la sentenza.