Contestazioni a Napolitano, Chiara De Marchis assolta perché il fatto non sussiste. La discussione ieri mattina a Cassino di uno dei casi destinati a fare giurisprudenza: soddisfatto l'avvocato Nicola Bramante. A scendere in campo, anche ieri mattina durante il processo - come era già avvenuto prima della dell'udienza per l'attivista chiamata a rispondere dell'uso non autorizzato del megafono - proprio i Carc. Le contestazioni a Napolitano, lo ricordiamo, risalgono alla sua visita ufficiale a Cassino per il settantesimo anniversario della distruzione della città. Anna De Marchis, accusata non di vilipendio al presidente (come in molti credono) ma di aver utilizzato il megafono senza autorizzazioni, è stata rinviata a giudizio.
Poi una serie di rinvii. Mai, però, è mancato il sostegno all'attivista (e contro una "giustizia-lumaca") da parte dei Carc che con una nota avevano già sottolineato di voler continuare la loro battaglia fuori e dentro il tribunale di Cassino. Per questo, ieri come in concomitanza delle precedenti udienze, sono stati organizzati presidi pacifici e autorizzati in piazza Labriola. Giovedì 5 aprile - alle porte dell'imminente sentenza, quella di ieri - suo fratello Andrea De Marchis ed Emiliano Lanni avevano raccolto anche delle firme per "Io sto con Chiara", a sostegno della libertà di pensiero e di informazione. E contestualmente avevano annunciato: «Saremo qui in piazza non con uno ma con tanti megafoni per far sentire la nostra voce dai giudici a cui chiederemo l'assoluzione di Chiara». Poi avevano spiegato che la manifestazione si sarebbe spostata anche davanti ai cancelli della Fiat di Piedimonte San Germano; quindi un incontro-dibattito e infine una cena sociale per sostenere le spese legali del processo.
La decisione
Assolta, perché il fatto non sussiste. Questa le decisione del giudice Tamburro nei confronti dell'attivista che, attraverso il suo legale, si è detta soddisfatta. «C'è soddisfazione, oltre che per la mia assistita, anche perché in questo modo abbiamo contribuito ad applicare un pezzettino di Costituzione e democrazia» ha commentato l'avvocato Bramante.
«Spero sia un monito per tutte quelle istituzioni che impongono in riunioni organizzate obblighi assurdi - ha continuato l'avvocato - come quello di manifestare sì, ma senza megafono. A questo punto ritengo che sia più logico vietare la manifestazione stessa. Abbiamo sostenuto che in base all'articolo 18 del Tulps il questore può vietare manifestazioni o imporre limitazioni di tempo e luogo, non in merito all'uso del megafono».
Il caso
Contestò il presidente Napolitano con un megafono, assolta
Cassino - Chiara De Marchis era stata rinviata a giudizio per aver usato un megafono durante la visita del Presidente. ieri mattina picchetto di solidarietà in piazza Labriola
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