Minacce, persino di morte, pure sui social: D.B., di 45 anni di Sant'Andrea, finisce in carcere. L'uomo aveva picchiato un agente in Spagna nel 2011 e per questo era finito ai domiciliari con la possibilità di poter lasciare l'abitazione soltanto due ore durante la mattina e due nel pomeriggio. Un anno, 5 mesi e 27 giorni la pena detentiva da scontare dopo i fatti registrati dall'autorità spagnola. Invece, nelle ultime settimane, il quarantacinquenne ha alzato il tiro.
Come accertato dai carabinieri della Stazione di Sant'Apollinare - della Compagnia di Cassino, agli ordini del capitano Mastromanno e del luogotenente Gennaro Raucci - il quarantacinquenne non solo avrebbe frequentato persone ritenute poco raccomandabili. Ma avrebbe "alzato" il tiro.
La ricostruzione
Secondo quanto accertato dagli uomini dell'Arma l'uomo si sarebbe reso responsabile di minaccia e furto in danno di un concittadino. E di guida senza patente.
Nelle ultime settimane la pagina Facebook si sarebbe trasformata in una cassa di risonanza su cui scrivere minacce - persino di morte - nei confronti di chi lo teneva sotto controllo. Minacce che, stando sempre ai militari, sarebbero arrivate persino via telefonica a uno dei sottufficiali. Il gip di Cassino, valutando tutti gli elementi raccolti dai carabinieri, ha condiviso le ipotesi avanzate.
Il quarantacinquenne di Sant'Andrea - dopo i riscontri dei carabinieri che hanno effettuato opportuni accertamenti - è stato tratto in arresto per "lesioni, minaccia e furto aggravato" in esecuzione al decreto di revoca della misura detentiva domiciliare con la custodia cautelare in carcere emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d'Appello - Ufficio Esecuzioni Penali di Roma (poiché ritenuto già responsabile del reato di lesioni commesso in Spagna nel 2011 per il quale doveva espiare 1 anno, 5 mesi e 27 giorni di reclusione).
Il caso
Botte ad un agente in Spagna e insulti anche sui social: arrestato
Sant'Andrea del Garigliano - L'uomo era ai domiciliari. Per i fatti, che risalgono al 2011, doveva espiare un anno e mezzo. Pena aggravata dopo la prima misura restrittiva più blanda
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