Bimbo di due anni colpito da tubercolosi polmonare? Per precauzione l'Asl fa scattare la profilassi per tutti i bambini ricoverati con lui nello stesso periodo, così come prevede il protocollo, e il piccolo viene trasferito in una struttura specializzata della capitale: il Bambino Gesù.

La storia

Il caso si è verificato nel reparto di pediatria dell'ospedale alatrense dove il piccolo, di quasi due anni e figlio di una coppia di Ferentino, era stato ricoverato giorni fa con la febbre alta. La temperatura, nonostante le prime cure, non aveva accennato ad abbassarsi e così i medici del San Benedetto, senza perdere tempo e agendo nell'immediatezza, hanno sottoposto il bambino a una serie di ulteriori test. Da qui la conferma della possibile presenza del micobatterio tubercolare. Subito è scattato il trasferimento all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma dove il piccolo paziente è stato sottoposto a tutte le cure del caso.
Intanto la possibilità che ci si potesse trovare davanti a un caso di tubercolosi polmonare ha fatto scattare il piano di emergenza previsto in questi casi.
Sono stati così richiamati per precauzione e per essere sottoposti alla profilassi antibiotica tutti i bambini che nello stesso periodo erano stati ricoverati nel reparto insieme al piccolo e gli adulti che l'hanno frequentato. Fra due mesi i bambini in questione verranno sottoposti a un test di controllo.

Bambini non contagiosi

La tubercolosi si trasmette per via aerea. Ma solitamente i bambini non sono contagiosi. Spiegano i pediatri dell'ospedale romano sul sito del Bambino Gesù: «In età pediatrica il contagio con il bacillo di Koch avviene attraverso l'esposizione a un adulto con lesioni polmonari cavitarie aperte. Le caverne tubercolari comunicano con l'esterno attraverso i bronchi e i batteri, favoriti da tosse, starnuti o dal semplice parlare, vengono disseminati nell'aria. I bambini difficilmente risultano contagiosi, avendo forme polmonari "chiuse", secrezioni meno abbondanti e tosse scarsa».
Tuttavia un bambino con la tubercolosi costituisce un evento "sentinella". Il fatto che sia stato infettato dal micobatterio deve infatti indurre a ricercare la fonte di contagio tra gli adulti che lo circondano. In quell'ambiente va cercata la causa del possibile contagio per poterne prevenire altri.
Intanto il piccolo è in cura a Roma circondato dall'affetto dei genitori, mentre ad Alatri inizia la profilassi per i pazienti, gli operatori sanitari e i familiari che sono entrati in contatto con il bimbo.