L'ultima volta che carabinieri, polizia e finanza sono dovuti intervenire, appena tre settimane fa, i futili motivi stavano per scatenare l'ennesimo pandemonio.

Lite per un resto al bancone

Una lite si stava per trasformare in rissa, con gruppi contrapposti già pronti. Il motivo? Un alterco nato perché un giovane aveva ritirato per errore un resto sul bancone. Anche in quel caso, l'alcol aveva fatto la sua parte mentre dopo pochi pugni sono arrivati polizia, carabinieri e finanza e la situazione pericolosa si è dissolta in un secondo.

Rissa sfiorata

Due sabati fa, sempre in piazza, si stavano fronteggiando due ragazzi del posto: se le erano già promesse quando fortunatamente altri ragazzi li hanno presi sotto braccio e allontanati.

Calci e pugni in... maschera

Sempre sotto l'effetto dell'alcol due gruppetti di ventenni se lo sono date di santa ragione. Era martedì grasso quando, intorno alla mezzanotte, alcuni giovani travestiti da Joker e altri da Capitan Uncino, si sono affrontati. Calci e pugni in piazza Labriola, poi all'arrivo della polizia, il fuggi fuggi.

Tentata violenza e botte

A metà gennaio un altro episodio. Grave. Calci, schiaffi e pugni davanti a un locale del Corso. Dalla ricostruzione della polizia, subito sul posto, si è scoperto l'antefatto: un egiziano aveva provato ad abusare di una ragazzina minorenne nell'androne di un palazzo. Palpeggiamenti sempre più insistenti, tentativi pure di svestirla. Lei riesce a divincolarsi e a gridare l'accaduto agli amici davanti al locale. A quel punto, la rissa.
Dal commissariato di polizia partirà una denuncia per violenza sessuale nei confronti del ventenne egiziano e, chiaramente, un'indagine.

Pronti ad ascoltare testimoni e soggetti in possesso di informazioni utili a individuare gli altri coinvolti mentre si cercano immagini delle telecamere per fare luce sulla maxi rissa che sabato sera ha inquinato la movida. Si scava per fare luce su una dinamica che vede la miccia dello scontro innescarsi per colpa di apprezzamenti, sempre più insistenti da parte di uno straniero, verso una giovane.
Un primo round, intorno all'una e 15 che si era risolto quasi subito. All'invito di smetterla era partito un primo pugno in faccia. Poi qualche altro colpo che avrebbero coinvolto anche un venditore di rose. Ma la situazione sembrava essere tornata normale. Sarebbe stata una seconda miccia, in pochi istanti, a far divampare l'incendio. Ed è proprio su queste circostanze che gli inquirenti si focalizzano: su quella "benzina sul fuoco" che ha scatenato una simile violenza, destinata a degenerare se la presenza di polizia e carabinieri nei dintorni non avesse assicurato un arrivo tempestivo.
I ragazzi sul posto hanno raccontato che uno dei protagonisti, avrebbe addirittura iniziato a colpire chiunque, anche un minorenne. Resta assodata la scena finale con calci, pugni e pure sedie volanti. Da una parte il marocchino e un amico, dall'altra i cassinati. Per molti, erano davvero tanti e la situazione rischiava di degenerare. Inutili anche i tentativi di chi provava a sedare gli animi.
L'unica certezza è che all'arrivo degli uomini in divisa il magma era talmente incandescente che la principale preoccupazione è stata relativa a sedare la rissa. Evitando, presumibilmente, proprio un linciaggio. Per avere un quadro chiaro, dovranno essere visionate le immagini delle telecamere delle attività commerciali presenti in quel punto del Corso. Anche per questo continua la ricerca di testimoni.
I due marocchini, tuttavia, non si sono fermati neppure all'arrivo di polizia, carabinieri e finanza. Alla richiesta dei documenti di identificazione, che si rifiutavano di esibire, hanno iniziato a inveire minacciando di morte gli operanti. Hanno opposto resistenza sferrando calci e pugni mentre venivano introdotti all'interno delle autovetture di servizio, tanti e tali che gli agenti del commissariato sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere per le lesioni riportate. Così è scattato l'arresto congiunto - da parte di polizia e carabinieri - nei confronti di un ventinovenne marocchino (censito per analoghi reati) e di un ventiduenne (censito invece per maltrattamenti in famiglia) per resistenza - minacce a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità, lesioni personali mentre sono stati denunciati per rissa aggravata. Ieri mattina il giudice ha convalidato l'arresto, fissato il processo al prossimo 20 luglio e li ha rimessi in libertà.
Per uno l'obbligo di dimora nel comune di residenza, a pochi chilometri da Cassino, con il divieto di uscire di casa dalle 20.30 alle 9 del mattino; per l'altro l'obbligo di firma.