Pronti ad ascoltare testimoni e soggetti in possesso di informazioni utili a individuare gli altri coinvolti mentre si cercano immagini delle telecamere per fare luce sulla maxi rissa che sabato sera ha inquinato la movida. Si scava per fare luce su una dinamica che vede la miccia dello scontro innescarsi per colpa di apprezzamenti, sempre più insistenti da parte di uno straniero, verso una giovane.
Un primo round, intorno all'una e 15 che si era risolto quasi subito. All'invito di smetterla era partito un primo pugno in faccia. Poi qualche altro colpo che avrebbero coinvolto anche un venditore di rose. Ma la situazione sembrava essere tornata normale. Sarebbe stata una seconda miccia, in pochi istanti, a far divampare l'incendio. Ed è proprio su queste circostanze che gli inquirenti si focalizzano: su quella "benzina sul fuoco" che ha scatenato una simile violenza, destinata a degenerare se la presenza di polizia e carabinieri nei dintorni non avesse assicurato un arrivo tempestivo.
I ragazzi sul posto hanno raccontato che uno dei protagonisti, avrebbe addirittura iniziato a colpire chiunque, anche un minorenne. Resta assodata la scena finale con calci, pugni e pure sedie volanti. Da una parte il marocchino e un amico, dall'altra i cassinati. Per molti, erano davvero tanti e la situazione rischiava di degenerare. Inutili anche i tentativi di chi provava a sedare gli animi.
L'unica certezza è che all'arrivo degli uomini in divisa il magma era talmente incandescente che la principale preoccupazione è stata relativa a sedare la rissa. Evitando, presumibilmente, proprio un linciaggio. Per avere un quadro chiaro, dovranno essere visionate le immagini delle telecamere delle attività commerciali presenti in quel punto del Corso. Anche per questo continua la ricerca di testimoni.
I due marocchini, tuttavia, non si sono fermati neppure all'arrivo di polizia, carabinieri e finanza. Alla richiesta dei documenti di identificazione, che si rifiutavano di esibire, hanno iniziato a inveire minacciando di morte gli operanti. Hanno opposto resistenza sferrando calci e pugni mentre venivano introdotti all'interno delle autovetture di servizio, tanti e tali che gli agenti del commissariato sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere per le lesioni riportate. Così è scattato l'arresto congiunto - da parte di polizia e carabinieri - nei confronti di un ventinovenne marocchino (censito per analoghi reati) e di un ventiduenne (censito invece per maltrattamenti in famiglia) per resistenza - minacce a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità, lesioni personali mentre sono stati denunciati per rissa aggravata. Ieri mattina il giudice ha convalidato l'arresto, fissato il processo al prossimo 20 luglio e li ha rimessi in libertà.
Per uno l'obbligo di dimora nel comune di residenza, a pochi chilometri da Cassino, con il divieto di uscire di casa dalle 20.30 alle 9 del mattino; per l'altro l'obbligo di firma.