Le amministrazioni comunali e i cittadini di Ceprano e Falvaterra dicono no alla realizzazione di un impianto di lavorazione di rifiuti pericolosi in zona Campo di Cristo. È unanime il coro che si è sollevato dall'assemblea pubblica che si è riunita sabato scorso presso i giardini dello Scalo, convocata proprio dagli amministratori dei due comuni per un confronto diretto con i cittadini. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi e non, presso l'ex laminatoio, nell'area industriale. L'attività è proposta dalla cooperativa sociale "Comunità in dialogo di solidarietà sociale". Il progetto prevede la suddivisione di cinque settori ciascuno destinato allo stoccaggio e al trattamento di tipologie di rifiuti.
Nello specifico: apparecchiature elettroniche ed elettriche, rifiuti sanitari, rifiuti liquidi e non, rifiuti solidi pericolosi e solidi non pericolosi. Comprensibile la preoccupazione della popolazione ed in particolare degli abitanti della zona, che fra l'altro ricade nella perimetrazione del Sin Valle del Sacco, area già pesantemente compromessa da rifiuti pericolosi che sono stati sotterrati negli ex siti industriali, diventati cimiteri di veleni.
Il punto che a molti appare alquanto strano, seppure legittima, come ha sottolineato il sindaco Marco Galli, è che il progetto di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti sia proposto da una onlus dedita alla cura di percorsi rieducativi e dunque attenta al benessere ed alla salute delle persone. Il progetto risale al 2016, quando fu presentato all'area "Via" della Regione per il parere, e, seppure le posizioni degli enti locali non possono essere decisive ai fini delle autorizzazioni, l'intento di amministratori e cittadini è quello di procedere cercando i cavilli legali utili a bloccare il progetto. Progetto che ricade in zona Asi, ma in seno al Sin Valle del Sacco, perimetrazione in cui il Ministero ha già previsto i primi interventi di bonifica, indice che la situazione è davvero allarmante e dunque risulta inopportuno incentivare eventuali situazioni aggiuntive di rischio. In occasione della partecipata assemblea si è deciso di costituire un comitato spontaneo di cittadini, per dare forza al "no" corale di Ceprano e Falvaterra. La questione sarà discussa nei prossimi consigli comunali che si riuniranno nei due comuni.