Torna a Ferdinando Spada la villa dei "due leoni" che ha dato il nome all'operazione congiunta di carabinieri e finanza che aveva portato, di recente, all'esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare (in carcere e ai domiciliari) nei confronti di appartenenti a famiglie rom considerati a capo di un gruppo dedito allo spaccio. Per gli investigatori sarebbero stati loro a gestire una delle piazze di smercio incardinate nel mercato locale, grazie a sistemi ben rodati, messaggi criptici e un prevalente ruolo affidato alle donne. Uno dei capi era considerato proprio Ferdinando Spada, colui che acquistava la droga (cocaina e eroina) all'ingrosso per poi rifornire tutti i pusher della famiglia. 
Tutti i passaggi
Già c'era stato l'annullamento del Riesame di Roma annullamento totale per l'acquisto di 300 grammi di cocaina per un corrispettivo di 14.500 euro e riforma dell'altro capo di imputazione con il riconoscimento della cessione di una sola dose rispetto alle quattro contestate ora arriva anche il dissequestro degli immobili (la villa con all'ingresso i due leoni). In sostanza, qualche giorno fa, si era discusso in aula dell'acquisto di quella importante partita, mai trovata. Per la Cassazione, anche la semplice trattativa vale come prova ma l'accordo alla base di quell'imponente acquisto era stato registrato da una microspia nascosta in un'auto: sarebbe statala conversazione a far ritenere che il loro interlocutore fosse proprio Spada. I legali hanno però asserito che non vi era alcuna prova sostanziale che la persona indicata fosse proprio lui. Motivi accolti dal Riesame che ne ha disposto la scarcerazione. Resta ai domiciliari, dove si trovava a seguito de "la Storia Infinita", per l'altro capo di imputazione: una singola cessione, non più quattro.
La vicenda
Venerdì, l'ulteriore svolta. Il Tribunale di Frosinone, in sede di riesame reale, ha accolto il ricorso proposto dai difensori di Spada, gli avvocati Mariano Giuliano ed Emanuele Carbone. I due avvocati sono riusciti a dimostrare l'infondatezza della tesi portata avanti dalla procura e accolta dal gip di Cassino, ossia che le ville sequestrate (un complesso unico, a quanto pare, formato da due immobili) fossero state acquistate con i proventi dell'attività di spaccio, portata avanti, secondo la Procura, in forma aziendale dagli Spada-Morelli. Pertanto, i beni sono stati restituiti al legittimo proprietario. Il ricorso sarebbe stato presentato anche a nome del padre, come terzo interessato, con relativa e precisa documentazione in merito alla realizzazione delle ville (il complesso "i due leoni") e alla provenienza lecita dei soldi. Il Riesame ha, pertanto, accolto la tesi e disposto il dissequestro, ritenendo evidentemente che non fossero frutto di proventi legati allo spaccio.Ora si attendono le motivazioni. Per gli altri coinvolti i beni restano sequestrati ma, al momento, non è stata neppure avanzata richiesta di restituzione.