Troppi furti alle macchinette che distribuiscono bevande e alimenti. Scuole, uffici, perfino l'ospedale, sono ormai terra di conquista di malintenzionati che si accontentano di pochi euro. Magari quelli per comprarsi una dose dallo spacciatore di turno.
Una situazione che rischia di danneggiare non solo le imprese ma anche gli stessi lavoratori. A denunciare un caso che rischia di diventare insostenibile è un imprenditore. Già centinaia i furti subiti per un danno economico superiore ai 250.000 euro. E ora minaccia di chiudere l'impresa.
«Sono titolare di un'impresa che gestisce il servizio di distribuzione automatica di alimenti e bevande nella provincia di Frosinone ed impiego circa settanta operatori», scrive l'imprenditore che si dice «stanco di subire quasi giornalmente, manomissioni ai distributori automatici da parte di ignoti, con gravi danneggiamenti alle apparecchiature (a volte irreparabili) e sottrazione degli incassi. Le manomissioni avvengono soprattutto nelle postazioni situate in strutture sanitarie, scuole ed altri uffici pubblici».
L'uomo ricorda che «negli ultimi anni ho subito centinaia di furti ed ho dovuto far fronte alla riparazione o sostituzione delle apparecchiature. La mia impresa sta perdendo ogni giorno ingenti capitali e sta subendo danni, tra importi sottratti direttamente dai distributori e la messa fuori uso delle medesime apparecchiature, che hanno superato abbondantemente la somma di 250.000 euro. Ad oggi, le numerosissime denunce presentate agli organi competenti, non hanno dato alcun risultato. E, come se non bastasse, di recente la frequenza dei furti è aumentata e non diminuita. Ho la sensazione che, perdurando tale stato di cose, sarò costretto a ridurre drasticamente l'attività, con tutte le conseguenze a carico dell'impresa e che possono riflettersi, soprattutto, nei confronti del personale dipendente. Ho sempre avuto la massima fiducia nelle istituzioni. Fiducia che continuo a nutrire tutt'ora, anche se, date le circostanze, ho la sensazione di non essere adeguatamente sostenuto dalle istituzioni. Non ho, però, alcuna intenzione di arrendermi. Mi rivolgo allora alle competenti istituzioni, affinché venga data la dovuta considerazione al problema e vengano poste in essere tutte le possibili azioni per garantire la prosecuzione dell'attività e venga assicurato il servizio per l'utenza».