Un prestito iniziale di 30.000 euro. Che è lievitato in maniera esponenziale. Fino a raggiungere un interesse annuo superiore al 300%. Con l'accusa di usura e di estorsione, la procura del capoluogo si appresta a chiedere il rinvio a giudizio nei confronti di tre persone, due frusinati e un alatrense. I fatti oggetto del procedimento risalgono al 2016. La vittima è un assicuratore di Alatri. Complice un momento di difficoltà economica, l'uomo ha cominciato a guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarlo. Così all'improvviso si è materializzata una soluzione, in apparenza conveniente, ma che, per l'assicuratore è stato l'inizio di un incubo. Con il prestito iniziale che lievitava sempre di più e le continue minacce di restituzione del denaro. L'uomo, evidentemente impossibilitato ad accedere ai circuiti legali del credito, si è rivolto agli usurai. Ha chiesto un prestito iniziale di 30.000 euro che, a un certo punto, è raddoppiato. Secondo i calcoli del consulente al quale si è rivolto il pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto Monica Montemerani, il tasso usurario è stato quantificato nel 304% annuo. L'uomo, una volta compreso che non aveva più via di scampo e non era in grado di sostenere quelle pretese ha deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine. Tanto più che, nel frattempo, aveva ricevuto pesanti minacce Per rientrare del prestito, infatti, gli usurari avevano minacciato di rivolgersi a una banda di criminali che avrebbero dovuto intimorirlo.
A seguito delle indagini condotte dalla procura del capoluogo, l'attenzione si è concentrata su un terzetto di persone. A uno di questi S.S., 68 anni, di Alatri, la procura contesta i reati di usura ed estorsione. Per l'accusa, oltre a prestare il denaro avrebbe avuto una condotta attiva nel minacciare la vittima. Oltre al sessantottenne, che è difeso dall'avvocato Rosario Grieco, la procura ha indagato per concorso in usura altre due persone. Si tratta dei frusinati C.D., 29 anni, e di A.S., 48 anni. Nei confronti di tutti e tre la procura di Frosinone ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Un atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Ora gli indagati avranno tempo venti giorni per farsi interrogare o produrre proprie memorie difensive per fornire un'eventuale diversa ricostruzione dei fatti. Dopodiché il pallino tornerà nelle mani della procura che dovrà chiedere la fissazione dell'udienza preliminare. E in quella sede il gup dovrà decidere, a meno che non ci siano richieste di riti alternativi, se ci sono gli estremi per celebrare un processo a carico dei tre accusati di usura