A lui, imprenditore di successo, facoltoso e focoso, con moglie e figli a carico, quella giovane ragazza, sua dipendente, piaceva morbosamente. E le sue forme gli facevano letteralmente perdere la testa. Lei aveva bisogno di lavorare anche per mantenere un bimbo piccolo avuto da una precedente relazione. È così che nel 2012 inizia un rapporto di lavoro in cui, però, l'unico vero lavoro per la giovane impiegata era quello di soddisfare le continue bramosie sessuali del suo datore.
L'uomo, infatti, da subito aveva assegnato alla ragazza una postazione di lavoro limitrofa al suo ufficio e, appena gli altri dipendenti andavano via, iniziava a palpeggiarla e a pretendere da lei prestazioni di natura sessuale. Per la giovane fiuggina, costretta a subire le ripetute e morbose avances sessuali del suo datore di lavoro, inizia così un autentico calvario fatto di ripetute umiliazioni e prostrazioni. Costretta a dire sì, ogni volta, al cospetto di continue minacce di licenziamento da parte dell'uomo.
Ripetute e asfissianti, infatti, le richieste dell'uomo per prestazioni sessuali di vario genere. Fino a quando, a gennaio dello scorso anno, la ragazza ha trovato finalmente la forza di dire basta e ha rifiutato a più riprese alcune ulteriori avances, manifestando anche al titolare dell'azienda di voler rivelare ogni cosa alla moglie e alla figlia. È scattata così l'immediata ritorsione dell'uomo, con un licenziamento punitivo e vendicativo, anche se formalmente giustificato da asserite esigenze economiche legate a un'intervenuta crisi aziendale. La ragazza, da punire con forza per aver osato dire di no dopo tanti sì estorti per soddisfare le voglie del suo datore di lavoro, viene così estromessa dall'azienda, privata dello stipendio, peraltro unica fonte di sostentamento per sé e per il figlio di appena tre anni, e lasciata impietosamente senza reddito, per giunta con un mutuo sulle spalle. Ebbene, il Tribunale di Frosinone, accogliendo in pieno il ricorso proposto per conto della donna dall'avvocato Giorgio De Santis, l'ha reintegrata con effetto immediato nel posto di lavoro, condannando il titolare dell'azienda a risarcirla con tutte le mensilità non corrisposte e maturate sin dalla data del licenziamento e anche a versare in favore della ragazza tutti i contributi previdenziali e assistenziali maturati.
Con la possibilità per la donna di attivare un'ulteriore azione risarcitoria per tutti i danni (anche di tipo morale) patiti durante la penosa vicenda. La sentenza emessa dal Tribunale di Frosinone appare molto importante e destinata a fare giurisprudenza a livello nazionale perché applica la tutela forte della reintegra. E questo nonostante l'azienda in questione avesse meno di quindici dipendenti e, a fronte di un simile requisito dimensionale, la legge non preveda si possa dare luogo alla reintegra nel posto di lavoro. Invece il difensore della ragazza ha sostenuto che, in simili casi, si debba comunque dare luogo oltre al risarcimento anche alla reintegra, a prescindere da quale sia la dimensione aziendale, per il fatto che il licenziamento era stato intimato per ragioni di natura discriminatoria e di rappresaglia su base sessuale. Il Tribunale di Frosinone (giudice dottoressa Laureti), dopo aver effettuato tutte le verifiche del caso (sono stati ascoltati infatti numerosi testi ed è stato acquisito persino del materiale audio), ha aderito completamente alla tesi sostenuta dall'avvocato De Santis, accogliendone tutte le richieste. Infatti, l'istruttoria svolta ha smentito la difesa che il titolare dell'impresa aveva provato a imbastire attraverso i suoi legali e la lavoratrice è riuscita a portare a conoscenza del giudice gli esatti contenuti dei relativi approcci sessuali pretesi dal suo datore di lavoro, svelando così agli atti del delicato processo anche tutti i particolari e i gusti sessuali dell'uomo.
La sentenza
Molestata sul posto di lavoro e licenziata, ecco la decisione del giudice
Fiuggi - L’imprenditore per cui lavorava pretendeva prestazioni sessuali. Quando lei s’è rifiutata l’ha licenziata. Un incubo durato sei anni, poi la denuncia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Segnala Notizia
Vuoi segnalare situazioni di degrado nel tuo comune? Un incidente? Una sagra di paese? Una manifestazione sportiva? Ora puoi. Basta mandare una foto corredata da un piccolo testo per e-mail oppure su Whatsapp specificando se si vuole essere citati nell’articolo o come autori delle foto. Ciociariaoggi si riserva di pubblicare o meno, senza nessun obbligo e a propria discrezione, le segnalazioni che arrivano. Il materiale inviato non verrà restituito
E-MAIL WHATSAPP