Un anno fa la tragedia nella quale morì Emanuele Morganti. Sono passati infatti dodici mesi da quella serata di fine marzo durante la quale il giovane, appena 20 anni, perse la vita al termine di un brutale pestaggio fuori dal locale "Miro", in Piazza Regina Margherita. Un episodio gravissimo che non cessa, ancora oggi, di suscitare viva emozione per le modalità con le quali avvenne e perla drammatica scomparsa del ragazzo. Un evento che, tra l'altro, proiettò per lunghi giorni l'intera città sotto i riflettori dei medi nazionali, piombati ad Alatri per capire i perché di tanto male efferato che ha colpito e sconvolto l'intera città. E non solo. Il fatto squarciò anche il velo su un diffuso malessere che attanaglia parte del mondo giovanile locale e un certo livello di sicurezza sul territorio, questioni che meriterebbero ulteriori approfondimenti. L'attenzione, ora, è comunque diretta principalmente al processo che vede implicate quattro persone, ritenute dall'accusa i responsabili della morte di Emanuele: il cammino giudiziario è soltanto alle sue prime battute e molte sono ancora le pagine da scrivere per giungere alla verità processuale su quanto accadde in quella tremenda notte. A tal proposito, il prossimo 19 aprile i giudici della Corte di Cassazione decideranno se il dibattimento potrà svolgersi presso il Tribunale di Frosinone oppure se va trasferito ad altra sede. Nel frattempo, la famiglia e gli amici del giovane non hanno mai smesso di ricordarne la figura, in particolare il suo sorriso. Domani, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Maria Santissima Regina, in contrada Tecchiena Castello, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio dello sfortunato Emanuele