Altri tre mesi d'indagine per l'inchiesta nata sulla gestione dei fondi per gli immigrati. Al centro della stessa proroga, sembrerebbe, una rogatoria internazionale. Dunque, senza poter entrare nel merito (dal momento che le indagini sono ad oggi ancora aperte), gli atti processuali da eseguire per poter chiudere il cerchio porterebbero gli inquirenti a lavorare fuori dalla loro competenza territoriale. In questo caso, fuori dallo Stato italiano. Se tutto questo serva ad ascoltare un teste chiave oppure ad acquisire dati indispensabili per opportuni riscontri resta, comunque, una mera ipotesi giornalistica.
Di certo, stando ai beninformati, prima dell'estate i giochi saranno fatti. L'inchiesta è proprio quella nata sulla gestione dei fondi per gli immigrati in cui sotto indagine per associazione per delinquere finalizzata alla malversazione ai danni dello Stato cioè per l'ipotesi di aver usato fondi statali o comunitari destinati a opere di pubblico interesse per altri fini ci sono finiti in sette.
Nei guai, in varia misura, anche per violazioni delle norme sull'immigrazione, tema a dir poco caldo dei nostri tempi.
A far tremare i polsi, però, non sono le contestazioni in sé. Sono i nomi "eccellenti" iscritti nel registro degli indagati, quelli su cui un'inchiesta a doppio binario sta cercando di fare luce sulla corretta gestionedei fondidestinati aiprofughi. Un'indagine del genere, affidata all'esperienza del dottor Mattei, non poteva che essere condotta se non a "binario doppio": quello su cui si sta muovendo la polizia, coordinata dal vice questore Tocco,con particolare attenzione alla gestione e all'analisi dei flussi migratori .E quello, parallelo, percorso dagli uomini del Gruppo della Finanza di Cassino, coordinata dal tenente colonnello Rapuano pronti a valutare la trasparenza deiflussi finanziari legati ai fondi destinati all'accoglienza sul nostro territorio